Giovanni Govoni – Tristezza
Non c’è vuoto più grande di quando qualcuno ti entra nella vita, te la scombussola e poi se ne va.
Non c’è vuoto più grande di quando qualcuno ti entra nella vita, te la scombussola e poi se ne va.
La sofferenza! Vi chiederete che brutta parola la sofferenza, può essere definita; “brutta, crudele, spietata”. Ma in essa si ritrovano valori e sentimenti che in un altra situazione non verrebbero esternati. Non è pietà, non è compassione è donare sorrisi a chi ne ha bisogno. È elargire incondizionatamente amore, amicizia, aiuto, conforto spontaneamente, solo per riempire di felicità il nostro cuore! La sofferenza per quanto può essere crudele, c’insegna a leggere nei cuori delle persone, ci aiuta a capire davvero, chi ha bisogno di noi come noi di loro… ci aiuta a conoscere, chi senza nulla chiedere, sa donare solidarietà solo perché lo vuole davvero, perché lo sente nel cuore!
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione “sine qua non” di piccole e intermittenti felicità.
Più il dolore è lacerante, più chiede un rispettoso silenzio.
L’assenza di voi crea quel vuoto incolmabile che non riesco a riempire coi soli ricordi.
Delle grandi cose che vedo non provo il minimo piacere perché so che sono meravigliose, ma non lo sento.
La sofferenza è come il sole che sorge e poi tramonta lasciando la scia di un passato che se ne va.