Claudio Visconti De Padua – Tristezza
La sera quando il silenzio è più intenso, diventa più difficile sopportare il tormento della tua distanza!
La sera quando il silenzio è più intenso, diventa più difficile sopportare il tormento della tua distanza!
Dolore chiama dolore. È l’unico codice che entra a far parte del soliloquio che imbastiamo con noi stessi; il cuore è schizofrenico, si spacca in due tra il male che ci ha causato il nostro grande amore ed il male che perpetuiamo a nostre spese da soli per trovare continuità di senso e parola e sentirci ancora vicini nel paradosso. Il nostro grande amore, quello che ci ha lasciato, ma resterà dentro per sempre, lì sulla soglia della porta delle emozioni più belle, appoggiato allo stipite del desiderio, un piede all’inferno, l’altro in paradiso.
Quando piangi ricordati che c’è stato un tempo in cui il sorriso illuminava il tuo volto. Torna a cercarlo, ma non dietro te; ma solo ed esclusivamente nel nuovo che hai di fronte.
Discorsi sulla felicità sono solo parole, chi può dire di essere felice?Cos’è la felicità? Chi sa la giusta risposta? Ebbene la felicità non è fatta di risposte di denaro, o di beni!La felicità può essere posseduta da chiunque, a volte si adagia in noi e poi scappa come una farfalla.Per me la felicità è momentanea, provvisoria, perché risiede nei tuoi occhi!Quando guardo i tuoi occhi che baciano i miei allora solo allora nel mio cuore, sul fiore della mia anima posa leggiadra la felicità!
I dolori e le difficoltà a cui siamo sottoposti durante il nostro cammino terreno, ci rafforzano in un modo in cui nemmeno immaginiamo, se solo questi, vengono superati e affrontati adeguatamente.
Numerose lastre di ghiaccio stanno fisse nel mio cuore come un appassito fiore che riviver più non può.
La chiamavano la risata che precede il crollo emotivo, ed io risi. Risi tanto. Risi forte. Ma poi tornai a casa, e togliersi la maschera e crollare fu la cosa più confortante che potesse succedermi.