Emanuela Casciola – Tristezza
Con le ali spezzate me ne torno nel mio purgatorio.
Con le ali spezzate me ne torno nel mio purgatorio.
E se non fossi anche tu ancora attaccato col pensiero a noi, io non avrei tutte le parole che nascono ed escono irrefrenabile dalla mia anima…Perché anche se non vuoi, so, che ami tutto ciò che sono e odi tutto ciò che devo essere…E dopo mesi mi inspiri ancora, porti il sole che caccia la tempesta di rabbia, le nuvole di delusione, mi scalda e mi fa sentire qualcosa di preziosa…
Il dolore non percorre le rughe ma le accentua. Il dolore spegne il sorriso, trascinando inesorabilmente gli angoli della bocca verso il basso, incurva le spalle, contrae lo stomaco, irrigidisce gli arti. Ti sembra di morire, insomma. Il punto è che non muori. Continui ad andare avanti, abituandoti perfino a questa condizione. Ci si abitua talmente tanto da correre il rischio di non saper riconoscere poi i pochi momenti di felicità che ci capiterà di sicuro di vivere nuovamente. Non vivi, sopravvivi. E la cosa buffa, se così vogliamo definirla, è che molto spesso l’artefice del nostro dolore è paradossalmente lo stesso che potrebbe guarirlo. Ma quasi mai lo fa.
Sta piovendo tantissimo fuori ma l’inverno che c’è adesso non può essere nemmeno comparato al ghiaccio della tua anima.
Anche una sola lacrima ingiusta è in grado di far traboccare l’universo.
Il mio sfogo sta nell’ascoltare musica, piangere e scrivere… scrivere i miei pensieri e le mie paure, cosicchè io possa riflettere e riuscire a ritornare a sorridere.
Le parole fanno male, il dolore che possono infliggere certe parole è peggiore di quello che potrebbe provocare uno schiaffo in faccia, ed incassarle da chi pensavi ti fosse amico è ancora peggio.