Claudia Marangoni – Tristezza
Piangere è come respirare: più tieni dentro, più poi cacci fuori.
Piangere è come respirare: più tieni dentro, più poi cacci fuori.
La tempesta pur passerà, è ciò che rimane che sarà difficile riordinare!
Non ho fame, non ho sete, non ho caldo, non ho freddo, non ho sonno, non mi scappa niente: come sono infelice!
Perdonatemi, sarò matto, ma per me, tranne qualche pezzetto di fica, non me ne fregherebbe proprio un tubo se morissero tutti, al mondo. Sì, lo so, non è carino. Ma io sarei contento, come una lumaca. Dopotutto è la gente che m’ha reso infelice.
Non so cosa mi fa più male: il cuore o il fisico!
Mi dici che sono senza cuore. Ma ti sei visto? Ti sei preso tutto di me solo per riempirti, per avere una forma tua: il mio cuore, la mia pelle, le mie cellule. Cosa vuoi, ancora? Le mie emozioni? La sola cosa che resta di me? Peccato che getti anche quelle come merce senza un minimo di valore. Le fai cadere sulla cocente, bruciandole, ustionandole. Le rompi, le spezzi in mille frammenti. Non concedi fiato o aria. Le soffochi. E con loro, soffochi anche me, annegandomi nel nulla che ti trascini dietro.
Ignori ogni sofferenza che ti lacera dentro, fai finta di nulla, resisti ad ogni tempesta sperando che al più presto ritorni il sereno. Non è sempre così, ritornano altre tempeste! Sei stremata, ma non ti arrendi, non puoi, non riesci e con le poche forze che hai provi a vivere!