Gabriella Stigliano – Tristezza
Si cerca non trovando quasi mai un modo per anestetizzare il dolore degli errori fatti.
Si cerca non trovando quasi mai un modo per anestetizzare il dolore degli errori fatti.
A volte, troppo solo, persi il buonumore e i colori sbiadirono: pallore e uniformità, sempre presenti nei percorsi in discesa.
Notte tesa, inquieta, notte pareva senza stelle. Ti ho rivista è apparso il sole. Mamma ti voglio bene.
Sento amarezza, l’amore è una razza che non mi appartiene.
Qui posso piangere la mia nascosta pena, solo che le nude rocce mantengano il segreto. Da dove cominciare, dal lamento delle mie lacrime, della tua durezza? Acerbo il mio dolore, per colpa mia.
Che tristezza, se fossimo soli nell’immensità dell’universo.
Guardandoti negli occhi ti accorgi che ormai ti sei spento, scende una lacrima, sorridi ma con gli occhi tristi.