Alessandra Massimini – Tristezza
Quando il mondo ti volta le spalle e le persone che credevi amiche scompaiono, tu cresci, imparando che in fondo ognuno deve bastarsi da sé, se vuole sopravvivere.
Quando il mondo ti volta le spalle e le persone che credevi amiche scompaiono, tu cresci, imparando che in fondo ognuno deve bastarsi da sé, se vuole sopravvivere.
Momenti no, momenti tristi, di malinconia, momenti in cui vedi tutto nero e senza uno spiraglio di luce, momenti in cui niente ha senso, sono quei momenti che sembrano interminabili ma che passano, perché tutto passa nella vita e di quei momenti rimarrà solo un ricordo che non deve condizionare il futuro.
Non ci vedo se mi manchi tu. Sono come un fiore in un mondo senza luce; una goccia d’acqua senza nessuna sorgente e nessun mare a cui ricongiungersi. Sale intorno a me. Sale intorno a cui nulla cresce. Stelle senza un cielo da dove brillare; lacrime senza un volto da cui scendere.
Non datemi dell’egoista io non sono più in grado di piangere per gli altri, con le ultime lacrime rimaste, piango solo per i miei dolori.
Quando sei triste, guarda un’altra volta nel tuo cuore, e vedrai che in verità stai piangendo per quello che è stato il tuo diletto.
Ogni cosa ha il suo opposto. Tutto ha un opposto, tranne la vita. La vita non può averne. Non può perché fluisce, di continuo. Di continuo, perché non si ferma. Non si ferma neanche quando un amore finisce. Quando un amore finisce e hai il cuore a pezzi. E i pezzi sono così tanti e così piccoli che non si vedono quasi più. E non si vedono perché se li vedessi vorresti rimetterli insieme. Ma rimetterli insieme sarebbe inutile. Inutile perché qualcosa continuerebbe a mancare. Continuerebbe a mancare quella piccola parte persa per sempre. Per sempre andata, dispersa. Come sono disperse le cose che lasci al mondo. Le cose che lasci alla vita. Per questo la vita non si ferma. Non si ferma perché di nutre dei pezzi di noi che vagano. Vagano pronti ad essere fagocitati. Vagano al solo scopo di essere fagocitati.
Nulla è più triste dell’allegria al suo culmine.