Edward Elric – Tristezza
Ho pensato che se uscivo, forse la pioggia avrebbe lavato via un po’ di questa tristezza. Ma ogni goccia che colpisce la mia faccia mi deprime.
Ho pensato che se uscivo, forse la pioggia avrebbe lavato via un po’ di questa tristezza. Ma ogni goccia che colpisce la mia faccia mi deprime.
Ogni lacrima che ti bagna il volto è una goccia di felicità che perdi in un pozzo di dolore.
Soffri molto quando vedi la causa che ti frantuma l’anima e ti crea crepe nel cuore, e non puoi fare nulla. Solo con il passare del tempo, forse ci sarà una soluzione, ma a volte il tempo sa essere più doloroso del dolore stesso.
Spesso l’essere diversi ti porta verso una strada d’incomprensione, dolore e solitudine!
C’è tempesta sul mare.Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto.Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente.Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore.Vorrebbero spazzare via tutto, distruggere quella scogliera, annullare quella spiaggia.Vorrebbero cancellare ogni cosa si pari loro innanzi, i ricordi, le immagini, i desideri, la speranza. Il loro è un cammino incessante, il movimento è convulso e nervoso. Nella loro corsa crescono, si alzano per poi ricadere giù in mille vortici, confusi, indistinti come i miei pensieri. Non c’è luce se non una penombra grigia che tutto avvolge. Il sale è nell’aria e rende le mie labbra amare. La corrente è violenta, subdola, invincibile. Trascina via la mia anima. La porta in fondo ad un abisso. L’abisso di una storia che non mi appartiene più.Ma il mare cambia, pian piano si calma. Le onde prima ruggenti ora diventano silenti, scivolano sulla sabbia fine lentamente, come una carezza. L’aria si fa mite e dolce, diventa limpida e serena. Di tutto quel fragore assordante non resta nulla.Non resta più nulla.
Ripensandoci mi sento proprio un cretino ad aver avuto qualche speranza e tutto ciò che è stato diventa sempre più un’illusione, ma ancora una volta mento a me stesso e preferisco considerare tutto come un bel sogno.
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.
Ogni lacrima che ti bagna il volto è una goccia di felicità che perdi in un pozzo di dolore.
Soffri molto quando vedi la causa che ti frantuma l’anima e ti crea crepe nel cuore, e non puoi fare nulla. Solo con il passare del tempo, forse ci sarà una soluzione, ma a volte il tempo sa essere più doloroso del dolore stesso.
Spesso l’essere diversi ti porta verso una strada d’incomprensione, dolore e solitudine!
C’è tempesta sul mare.Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto.Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente.Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore.Vorrebbero spazzare via tutto, distruggere quella scogliera, annullare quella spiaggia.Vorrebbero cancellare ogni cosa si pari loro innanzi, i ricordi, le immagini, i desideri, la speranza. Il loro è un cammino incessante, il movimento è convulso e nervoso. Nella loro corsa crescono, si alzano per poi ricadere giù in mille vortici, confusi, indistinti come i miei pensieri. Non c’è luce se non una penombra grigia che tutto avvolge. Il sale è nell’aria e rende le mie labbra amare. La corrente è violenta, subdola, invincibile. Trascina via la mia anima. La porta in fondo ad un abisso. L’abisso di una storia che non mi appartiene più.Ma il mare cambia, pian piano si calma. Le onde prima ruggenti ora diventano silenti, scivolano sulla sabbia fine lentamente, come una carezza. L’aria si fa mite e dolce, diventa limpida e serena. Di tutto quel fragore assordante non resta nulla.Non resta più nulla.
Ripensandoci mi sento proprio un cretino ad aver avuto qualche speranza e tutto ciò che è stato diventa sempre più un’illusione, ma ancora una volta mento a me stesso e preferisco considerare tutto come un bel sogno.
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.
Ogni lacrima che ti bagna il volto è una goccia di felicità che perdi in un pozzo di dolore.
Soffri molto quando vedi la causa che ti frantuma l’anima e ti crea crepe nel cuore, e non puoi fare nulla. Solo con il passare del tempo, forse ci sarà una soluzione, ma a volte il tempo sa essere più doloroso del dolore stesso.
Spesso l’essere diversi ti porta verso una strada d’incomprensione, dolore e solitudine!
C’è tempesta sul mare.Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto.Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente.Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore.Vorrebbero spazzare via tutto, distruggere quella scogliera, annullare quella spiaggia.Vorrebbero cancellare ogni cosa si pari loro innanzi, i ricordi, le immagini, i desideri, la speranza. Il loro è un cammino incessante, il movimento è convulso e nervoso. Nella loro corsa crescono, si alzano per poi ricadere giù in mille vortici, confusi, indistinti come i miei pensieri. Non c’è luce se non una penombra grigia che tutto avvolge. Il sale è nell’aria e rende le mie labbra amare. La corrente è violenta, subdola, invincibile. Trascina via la mia anima. La porta in fondo ad un abisso. L’abisso di una storia che non mi appartiene più.Ma il mare cambia, pian piano si calma. Le onde prima ruggenti ora diventano silenti, scivolano sulla sabbia fine lentamente, come una carezza. L’aria si fa mite e dolce, diventa limpida e serena. Di tutto quel fragore assordante non resta nulla.Non resta più nulla.
Ripensandoci mi sento proprio un cretino ad aver avuto qualche speranza e tutto ciò che è stato diventa sempre più un’illusione, ma ancora una volta mento a me stesso e preferisco considerare tutto come un bel sogno.
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.