Barbara Brussa – Tristezza
La tristezza di un sogno non vissuto, intrappola l’anima in una prigione senza muri; impossibile anche solo aggrapparsi alle pareti dei ricordi…
La tristezza di un sogno non vissuto, intrappola l’anima in una prigione senza muri; impossibile anche solo aggrapparsi alle pareti dei ricordi…
Alcuni sostengono che il dolore abbia una qualche funzione pedagogica, io credo che molto spesso ci aiuti a pregare ma ancora più spesso ci spinge a bestemmiare.
Il tuo sorriso, bambina mia, – così luminoso e caldo – asciuga le mie lacrime, come fossero panni stesi al sole.
Il bambino in un letto di ospedale, l’anziano dimenticato da tutti, le donne sottomesse e sfruttate, i tanti malati, le vittime della guerra, i piccoli violentati. Quanta tristezza. Se possiamo, dove c’è questa sofferenza, portiamo un sorriso. Non ci costa nulla, ma dà tanto: soprattutto a noi!
Ci sono i due punti, per provare a chiarire, e punti fermi, messi dalla ragione, che il cuore ostinatamente tramuta in virgole. Puntini sospensivi, che tolgono il fiato. E le parentesi… parentesi aperte, che attorno al cuore non si chiudono mai.
A che serve tenersi tutto dentro, quando piangere è l’unica cosa che realmente senti di fare? Svuotare il cuore, far vomitare l’anima, al punto tale da portarla allo stato più puro. Piangere, perché è quello che senti di fare, piangere, perché è l’unica cosa che ti rimane da fare.
In tutto quello che faccio ci metto il cuore, ecco perché a volte piango.