Andrea Tagliabue – Tristezza
Non posso resettarmi come un computer, ma lo farei volentieri.
Non posso resettarmi come un computer, ma lo farei volentieri.
La sera quando il silenzio è più intenso, diventa più difficile sopportare il tormento della tua distanza!
Non mi sentivo un pesce fuor d’acqua, mi sentivo più del sushi in un piatto.
Occhi tristi non sono quelli che piangono, ma quelli che hanno visto cos’è la sofferenza nel cuor e nell’anima.
Chiunque consideri la propria e l’altrui vita come priva di significato è non soltanto infelice, ma appena degno di vivere.
Lo so che le parole sono futile commento in una giornata triste, ma se la luce può attraversare le nubi, allora si può avere il sole tutti i giorni.
Era fantastico il modo nel quale mischiavi il tuo volto con sorrisi e delusioni, non sapevo come facevi ma non m’interessava. Le migliori cose non hanno spiegazione e se mai ce l’avessero potrebbero perdere il proprio fascino, come nasce un’arcobaleno? Così non mi ero mai chiesto cosa ti passava per la testa quando passavi dalla disperazione alla follia di sentirti felice.