Raffaele Caponetto – Vita
La vita è navigare lungo un fiume inesplorato. A lunghi tratti dolci, placidi e tranquilli seguono all’improvviso, con fragore assordante, vortici, rapide e cascate.
La vita è navigare lungo un fiume inesplorato. A lunghi tratti dolci, placidi e tranquilli seguono all’improvviso, con fragore assordante, vortici, rapide e cascate.
Amati alla follia perché per fare ciò che più ti piace, è della follia che avrai sempre bisogno.
Amo credere che si possa anche sbagliare senza volerlo, ma non amo passare da stupida quando l’errore è ripetitivo.
Quanti giorni si sprecano in gioventù, incoscientemente si pensa di essere eterni. Non si riflette sulla morte, si pensa “è troppo lontana la morte”, “c’è tempo”, “ci sono speranze e sogni da realizzare, amori da vivere”, “c’è tempo!” I giorni passano, alcuni inutilmente ed i sogni e le speranze man mano sono soffocati da problemi da risolvere dai dolori o dalle malattie. Nel dolore si apprende un’infinità di cose, tutto questo, però può non Impedire di pensare a quanti errori si poteva evitare, a quante altre strade si potevano percorrere, ai giorni trascorsi pensando al futuro facendosi sfuggire il presente. Si vivono attimi di felicità intensi nei sogni e nelle speranze avverate o quando l’amore, forse breve, fa capolino. Ci si ritrova con i capelli imbiancati, e si pensa “non c’è più tempo, non c’è futuro!” Ormai lo hai imparato che bisogna ora, vivere il presente!
Piano piano dobbiamo andare nella vita, accettando momenti di felicità anche quelle di tristezza. Piano piano ce la possiamo fare, arrivare a quell’attimo dove la serenità ci aspetta.
L’azione è la luce che promana da un buon sole. E se il sole non è un astro buono, un astro giusto, un astro dieci volte convalidato, se si tratta semplicemente di un sole che chiede a se stesso, in preda all’ansia, che cosa deve fare, esso mai darà luce!
Quanta cattiveria si erge dalle fondamenta dell’ipocrisia. Quanta falsità si arrampica e si insinua nelle viscere dell’incoscienza. No sono solo strappi al cuore queste realistiche condanne, ma ferite aperte che provocano infelicità e dolore a chi ne rimane vittima. Elaborare il lutto non vuol dire superarlo, come combattere la cattiveria non vuol dire sempre sconfiggerla. Troppa erbaccia afferra le nostre caviglie costringendoci a sopravvivere non a vivere! Questa è la dura realtà che dobbiamo tenere conto, ma sapendo anche che; se abbiamo il coraggio di affrontare i disordini e la cupidità della realtà, domani potremmo finalmente avere la meglio e sradicare tutte le erbacce che ostacolano il nostro cammino, (vivendo davvero).