David Herbert Lawrence – Vita
È più facile forzare le sbarre di una prigione che aprire porte sconosciute sulla vita.
È più facile forzare le sbarre di una prigione che aprire porte sconosciute sulla vita.
La preoccupazione per la propria immagine, è questa la fatale immaturità dell’uomo. È così difficile essere indifferenti alla propria immagine. Una tale indifferenza è al di sopra delle forze umane. L’uomo ci arriva solo dopo la morte.
La vita è questa: è fatta di attimi di gioia, momenti di dolore, un alternarsi di certezze, a quelli di incertezze.
Se la tua mano è troppo distante dai valori e dai sentimenti non si allungherà mai per afferrarne un’altra in difficoltà, ma ricorda che nel momento di difficoltà tuo, non troverà nemmeno una mano che l’afferri.
Ci dovrebbe essere sempre un minuto in più. Quell’attimo lungo quanto basta per piombare affannati a casa di chi volevi accantonare come scatoloni pieni di ricordi. Quel momento fatto per far durare ancora un po’ un bacio speciale; quell’istante per ritornare indietro e dare l’abbraccio di sempre, di tutta una vita.
Mentre quello raccontava queste cose, io facevo il paragone tra la mia antica fortuna e la presente disgrazia, tra il Lucio felice di allora e l’asino infelice di adesso, e gemevo dal profondo dell’anima; e mi veniva in mente che non per nulla gli antichi saggi del passato avevano immaginato e rivelato che la Fortuna è cieca e addirittura senza occhi, perché prodiga sempre i suoi favori ai malvagi e a chi non lo merita, e tra gli uomini non sceglie mai nessuno con criterio, ma anzi si accompagna per lo più a persone tali che, se ci vedesse, dovrebbe assolutamente evitare e, ciò che è ancor peggio, conferisce a noi uomini una reputazione molto diversa, anzi proprio alla rovescia, così che il malvagio si gloria della nomea di uomo dabbene e l’uomo più innocente del mondo viene colpito dalla fama di criminale.
La vita si rimpicciolisce e si ingrandisce in proporzione al proprio coraggio.