Daniela Baccini – Vita
Vivere ci costa il pegno della morte. Non sprechiamo tempo a cercare di risolvere questo debito.
Vivere ci costa il pegno della morte. Non sprechiamo tempo a cercare di risolvere questo debito.
Senza la pazzia che cos’è l’uomose non bestia sazia,cadavere differito che procrea?
La vita e la morte, che strana parentela, non vanno d’accordo, ma viaggiano sempre tenendosi per mano.
La storia è maestra di vita, ma non rivela l’indirizzo della sua scuola.Talora si pensa che l’onestà equivalga a stupidità: voglio tanto essere stupido.La falsa modestia è arroganza travestita.Se un ostinato vedesse scritto in cielo che ha torto, direbbe di avere problemi di vista.Il superbo potrebbe persino preferire annegare che essere tirato a riva da un altro.L’egoista è miope, l’altruista presbite.Spesso chi parla bene è come un prestigiatore: nasconde un trucco.L’uomo è un inquilino sulla Terra: prima o poi arriva lo sfratto, ma forse, dopo, diverremo padroni di casa da qualche altra parte.Se si osservasse solo ciò che fa un neonato appena venuto alla luce, sarebbe difficile immaginare che nella vita vi possa essere gioia.Quando disse: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” forse Gesù pensava anche a certi professionisti.
Nella vita tutto serve, anche le pedate nel sedere, l’importante è imparare le lezioni che ci regalano.
L’ira e un’erbaccia, l’odio è l’albero.
Non mi arrendo, afferro la vita seguendone note e respiri, rapisco emozioni e divento danza. Vivo negli attimi che si rincorrono, fiera delle cadute perché senza di esse non si aprirebbero nuovi orizzonti. Ballo e scrivo ogni istante nuove armonie, nuove basi, dove la mia musica solida apre nuove sinfonie.