Victor Paul Karl De Kowa – Vita
Il pessimista è un uomo che, dovendo scegliere fra mali diversi, vorrebbe che non gliene mancasse nessuno.
Il pessimista è un uomo che, dovendo scegliere fra mali diversi, vorrebbe che non gliene mancasse nessuno.
Ogni tanto penso che bisognerebbe lasciar andare tutto come deve andare, lasciar succedere le cose, seguire l’onda del proprio destino e stare a vedere dove ti porta… Altre volte penso che bisogna combattere e cercare di raggiungere quello che si vuole con tutte le proprie forze. Ma quando mi guardo indietro, non so mai ricostruire come sono andate realmente le cose, quali sono state le cause, quali le ragioni che mi hanno spinto a comportarmi in un certo modo. E allora torno a fare programmi per il futuro e sono sempre due le voci che mi si agitano nel cervello: una che dice di lasciar andare, l’altra che dice di prendere. E io alla fine non faccio nessuna delle due cose, continuo ad oscillare tra l’una e l’altra.
Ogni giorno tra sogni e speranze inizia il viaggio della nostra vita.
La cattiveria, vedendosi rifiutata da tutti gli animali, trovò rifugio nell’uomo.
Niente al mondo può far tornare il passato. La vita non si può cambiare, solo correggere. La vita scorre, non è vissuta né assaporata mai come vorremmo, non ci sono vie di mezzo, si sceglie di vivere o vegetare. La vita richiede coraggio, per lottare e combattere per amore. Se non si ha questa forza in corpo si muore lentamente, ogni giorno. Si vive quando si combatte fino alla fine, quando si ama fino in fondo, o non è vita.
Lode alla vita, alla sua magnificenza, all’imperturbabilità del tempo che passa sospinto dal vento che spazza via solo la materia, l’effimero alito del futile e non ha potere solo sulla memoria, l’anima ed il cuore; lode alla vita quando la passione ci abita da dentro e trova espressione e senso in quello che amiamo e nasce con noi ancor prima di poter comprenderlo secondo la coscienza del linguaggio. I miei pennelli sono i colori, le parole le setole dei pennelli, la mia tavolozza è la mia testa strampalata.
E considerò che diventare migliore si divideva in due punti. La prima era pensare al prossimo. L’altra fregarsene di quello che il prossimo pensava.