Keith Ablow – Vita
[…] il passato è un avversario instancabile. La fuga dalla propria verità è una follia senza fine e senza speranza.
[…] il passato è un avversario instancabile. La fuga dalla propria verità è una follia senza fine e senza speranza.
È inutile indagare le occasioni mancate. Non sai mai se ti sei salvato dalla morte, o ti sei perso la vera vita.
Il passo più difficile da compiere è sicuramente il primo. Sia quando impari a camminare, sia quando cadi e devi rialzarti. Ma la soddisfazione dei primi passi, quella sensazione che ci assale e ci fa dire: “eccomi, sono di nuovo in piedi”! È qualcosa di straordinario dal sapore di vita!
Perché se è vero che tutto ha un inizio e una fine già scritta, è anche vero che sta a noi decidere le modalità con cui le cose devono finire; è il mio punto di arrivo. E come spesso accade, un punto di arrivo non determina solo la fine di qualcosa. Determina anche un nuovo inizio.
Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere “nessuno”.
La vita è un esercizio di equilibrismo sulle dita di DIO, prima o poi, si dovrà pur cadere. L’importante è cadere nel palmo.
Credendo che potesse davvero nascere qualcosaintorno alle maceriedi ciò che pian piano crolla intorno a noi.