Rossella Porro – Abitudine
Cosa c’è di più triste di chi giudica senza conoscere.
Cosa c’è di più triste di chi giudica senza conoscere.
Il vero teatro della storia è quindi l’area temperata.
Non è tra le fauci di un leone che troverai protezione, liberati, non avere paura, i denti aguzzi strazieranno la carne fino a farti sanguinare, ma liberati, libera i passi, libera l’anima, libera la mente, ne porterai i segni, ma liberati, liberati.
Il problema del giorno d’oggi è che tutti pensano d’essere vittime e nessuno colpevole.
Ogni cosa la faccio con tante gocce d’amore, perché da ogni seme faccio spuntare la mia allegria, mentre non entra la tristezza, perché voglio sempre che il mio cuore sia felice.
Nella nostra società si è sviluppata una sorta di abitudine, quella di disdegnare le percezioni. Il pensiero è indissolubilmente legato alle emozioni. Unendo le due cose si ottiene un pensiero collettivo scialbo, che a sua volta crea un mercato del sentimento sempre più vario, supportato da assuefatti sempre più poveri.
Una buona birra mi toglie la nebbia dalla mente e mi aiuta ad entrare in contatto con me stesso.