Davide Trezzi – Abitudine
Non rimediare ad un errore commettendone un altro.
Non rimediare ad un errore commettendone un altro.
Tutto ciò che cerchiamo di possedere, alla fine perisce sempre tra le nostre mani.
Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all’inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po’ non se ne sente neppure la mancanza, o l’esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l’intenzione.
Nel fare la fila gli inglesi sono imbattibili: ogni inglese è l’inizio di una fila.
L’abitudine è quotidianità, se viene a mancare ci perdiamo anche fra le pareti di casa.
Puoi anche dirgli un no secco in faccia, ma se una persona ti muore dietro nessuno potrà mai fargli cambiare idea.
Se c’è una cosa a cui non ci si abitua mai nella vita è alla gente stronza.