Jean-Paul Sartre – Abitudine
Alle tre del mattino è sempre troppo presto o troppo tardi per qualsiasi cosa tu voglia fare.
Alle tre del mattino è sempre troppo presto o troppo tardi per qualsiasi cosa tu voglia fare.
Cerchiamo lontano le cose che portiamo dentro senza mai trovarle.
Puoi trasformare il male in bene, basta volerlo.
Il problema del tè, è che originariamente era una bevanda assai buona.
L’abitudine è quella cosa che non manca mai durante la giornata, di darci o meno…
Non si abbandona il vecchio percorso. Un altro non si conosce cosa nasconde.
Appoggio la mia mano sulla panchina, ma la ritiro subito: essa esiste. Questa cosa sulla quale sono seduto, sulla quale appoggiavo la mano si chiama una panchina. L’hanno fatta apposta perché ci si possa sedere, hanno preso del cuoio, delle molle, della stoffa, si sono messi al lavoro, con l’idea di fare una sedia e quando hanno finito era questo che avevano fatto. L’hanno portata qui, in questa scatola, e ora la scatola viaggia e sballotta, con i suoi vetri tremolanti, e porta nei suoi fianchi questa cosa rossa. Mormoro: è una panchina, un po’ come un esorcismo. Ma la parola mi rimane sulle labbra: rifiuta di andarsi a posare sulla cosa. Essa rimane quello che è, con la sua peluria rossa, migliaia di zampette rosse, all’aria, diritte, zampette morte. Questo enorme ventre girato all’aria, sanguinante, sballottato – rigonfio con tutte le sue zampe morte, ventre che galleggia in questa scatola, in questo cielo grigio, non è una panchina. Potrebbe benissimo essere un asino morto, per esempio, sballottato nell’acqua e che galleggia alla deriva, il ventre all’aria in un grande fiume grigio, un fiume da inondazione; e io sarei seduto sul ventre dell’asino e i miei piedi bagnerebbero nell’acqua chiara.