Giuseppe Catalfamo – Arte
Mio personale giudizio sul 98% dei critici d’arte è che devono provare la stessa sensazione di un impotente che partecipa ad un orgia.Possono solo parlare.
Mio personale giudizio sul 98% dei critici d’arte è che devono provare la stessa sensazione di un impotente che partecipa ad un orgia.Possono solo parlare.
Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l’arte del disapprendere,dello sperpero dell’arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezionedi un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,che considera l’individuo non come facente parte di un socialecatalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa voglianodire quei testi. Il fatto è che nell’istante in cui Carmelo Benepronuncia una parola, in quell’istante, tu sai cosa vuol dire,un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testoè una cosa che percepisci, si, ma nella forma aereadi una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parolenon sono più parole, ma voce. E suono che accadediventa ciò che accade, e dunque tutto… e il resto non è più niente.
L’arte è fatta così, di alti e bassi, di luce e buio, di delusioni ed emozioni, di netti colori e flebili sfumature, e l’artista come un magnete, vive in balìa della forza d’attrazione di tutti quei poli opposti.
Voglio dipingere la verginità del mondo!
Se mai ve ne fosse stato il bisogno, la prova definitiva che non sono più un “ragazzino” l’ho avuta ieri al telefono con un caro amico dicendo: “ok John… mi metto i denti e arrivo”.
Gli scrittori son certo esponenti autorevoli del nutrireconsapevolezza di superiorità.D’altronde, tristezza umana è ritenersi ‘”superiori”a…
Niente è più visibile di ciò che è nascosto, se attiva e stuzzica l’immaginazione.