Tindara Cannistrà – Arte
Spesso l’arte si nutre con la sofferenza.
Spesso l’arte si nutre con la sofferenza.
Dipingere è meraviglioso, rende più lieti e più pazienti. Non si hanno le dita nere dopo, come nello scrivere, ma rosse e blu.
L’arte è la voglia di appropriarsi di qualcosa di se stessi che non abbiamo ancora esplorato.
Tutta l’arte è un vaneggio, la politica è un vaneggio; i supermercati e le autostrade, la scienza e la letteratura, la filosofia e la guerra. La religione è un vaneggio, le chiese e le sigarette. L’amore è uno dei vaneggi più grandi. Noi stessi siamo un vaneggio chimico che sta in piedi e parla per non so quale tipo di miracolo. Siamo arte, la terra è arte e un vaneggio perché l’universo è un vaneggio enorme. Questo stesso commento è un vaneggio, ma qualcuno potrebbe considerarlo poetico e quindi arte. Secondo me è arte tutto quello che contiene l’impegno di una qualsiasi parte del cervello e i sentimenti, soprattutto gli ultimi perché sono un vaneggio del cervello e aiutano a produrre arte, più grande è il sentimento, più grande è il vaneggio, più grande è l’opera. Oggi mi andava di pensarla così, domani potrei anche pensarla in modo diverso, ma credo di no, ne sono quasi certo.
A cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?
L’arte è realistica come l’attività, e simbolica come il fatto.
L’arte è l’unica risposta vera alle terrificanti domande della vita.