Michela Strega – Cielo
È sempre dopo la tempesta che si può ammirare quanto è bello il sereno.
È sempre dopo la tempesta che si può ammirare quanto è bello il sereno.
Notte. Immagino la notte pianista suonar la sua opera al pianoforte, contemporaneamente la vedo danzar sulle note di un valzer. La notte è elegante nel suo abito scuro. La notte non è solo buio, nella sua orchestra suonano anche le stelle che l’accompagnano nel suono dei violini. Scegliamo noi la melodia che vogliamo ascoltare.
Se la musica scava il cielo (Baudelaire), a volte il cielo permea di sè la Musica.
Il buio è solo una visione distorta del mondo e anche nelle notti più scure…
La coscienza è un lenzuolo bianco è facile sporcarla alcuni se la lavano altri vivono benissimo anche se è sporca.
Lei non voleva piacere, non le interessava. Voleva essere accettata per quello che era: una rosa blu con spine appuntite. Sapeva far male ma, se la sapevi prendere, il suo profumo ti inebriava. Era strana, non era come qualsiasi altra donna, era una di quelle donne che fanno paura. Troppo dura per scontrarsi, troppo fiera per abbassarsi a qualsiasi compromesso. Lei viveva d’amore, ma non di quell’amore fatto di cioccolatini e frasi dolci, ma di quelli veri, fatti di lacrime di rabbia e di dolore. Sapeva amare con tutta l’anima e la donava anche, era lei che ti faceva amare te stesso più che amare lei. Era una donna di quelle che quando le incontri o le tieni strette o se le perdi non le ritrovi più.
L’eterna presenza del cielo modifica ogni giorno, almeno parzialmente, il nostro umore.