Chuck Palahniuk – Cielo
In una notte senza luna o stelle non si riesce a vedere nulla, ma si può immaginare tutto.
In una notte senza luna o stelle non si riesce a vedere nulla, ma si può immaginare tutto.
Ogni crepuscolo trascina con sé la nostalgia del giorno passato.
La gente rivendica i propri diritti sulle persone a cui vuole bene dandogli un nome diverso. Etichettandole come se fosse roba loro.
Il mio sole brilla nella notte. Ed io, la sua luna, vivo alla giornata nell’attesa…
Una stella che brilla, non s’abbisogna di ciel per rifulgere, il buio del mondo le farà da sfondo.
Perché ogni cosa è importante. Ogni dettaglio. Solo che non sappiamo perché, non ancora.
Non si discute con gli irragionevoli e disposti a tutto, i figli di Dio. Appartengono a Dio, alla malvagità senza nome. Il bene non discute con il male, perché tutte le verità già si conoscono, esistono già nelle persone, perino nelle cose inanimate. Semmai è Dio che deve trovare in sé il coraggio, l’imparzialità e la divinità necessarie per uscire dal casino dove adesso si trova a causa della maledizione che ha scagliato, per possedere, per soddisfare l’invidia del figlio Cristo. Per costruire l’infinito, dando a questo universo uno spirito che non può reggere, abbattendo la Torre di Babele di oggi, ossia qualcuno che custodiva in sé verità che potevano mettere in discussione la sua giustizia. Questa torre non aveva più di lui, ma era matematicamente e obiettivamente, senza vanità, di più. Dio deve sempre togliere agli altri lo spirito che lui e i suoi non hanno, e costruire lo splendore del suo universo. Salvare dalla vanità è la maschera degli dèi, degli angeli, i maghi del tempo. Il Padre, il serpente, avrebbe potuto salvarsi da questo infinito scandaloso, limitato, dimostrare di essere, anche andando contro di loro, contro il suo sangue e le ombre, contro la parte peggiore di Lui che lo specchio dell’anima gli rimanda. Ma ovviamente non può farlo, e non può pretendere che lo faccia qualcun altro al suo posto. Ogni essere vivente, incluso l’Onnipotente, deve affrontare, prima o poi, i demoni peggiori in assoluto, i propri.