Francesca Berretta – Abbandonare
Hai detto che non mi ami. Non c’è più niente da dire.
Hai detto che non mi ami. Non c’è più niente da dire.
Inutile dirsi addio. Solo il destino decide se non ci incontreremo più.
Allora, avvilito rimango in un angolo, non ho più voglia di nulla, ma solo di rannicchiarmi, fino a ridiventare piccolo piccolo… fino a sparire… fino a morire.Ma non ci riesco. Mi sembra di sentire il calore di mia madre, il suo latte caldo, i giochi con i miei fratelli… e adesso perché?Perché cerco tra i rifiuti un tozzo di pane ammuffito che non placherà la mia fame… di tutto. E perché qualcuno cerca di colpirmi con un calcio o un bastone?Io, che non cerco altro che una carezza, di esser chiamato per nome… io, che non so dare in cambio altro che amore…Dove ho sbagliato? Perché coloro che amavo e per i quali avrei dato la vita senza pensarci nemmeno una volta… mi hanno lasciato solo, solo col mio cuore impaurito che batte così forte che pare vuole uscire da me…Solo davanti a un mondo che non conoscevo… che passa e fugge via, che mi travolge… perché?Me ne starò qui, rannicchiato sulle mie quattro zampe ferite e doloranti in attesa del prossimo sguardo… di una mano che si posi sulla mia testa… di una voce che mi chiami… di un cuore che abbia un po’ di pietà…
In ogni addio, anche il più voluto, il più cercato, c’è una parte di noi che se ne va!
– Forse non era destino.- Il destino non esiste; esistono le conseguenze.
Fu come essere preso a sassate ma da dentro: una serie di colpi e poi una fitta acuta in fondo alla gabbia toracica. Fu allora che sentì per la prima volta che un pezzo delle sue viscere gli veniva strappato via.
E spesso si vuole lasciare tutto, andarsene, fuggire. Ma cosa cambia, infondo il mondo è sempre lo stesso ovunque si vada, sempre… sempre lo stesso.
Se sai veramente cosa significhi amare, dovresti imparare prima ad abbandonare.
E poi per un istante la verità ti si fa d’avanti agli occhi, è il terrore nella testa, l’angoscia ti pervade, vuoi ritornare nelle tue tenere illusioni ma ormai è tardi. È come essere buttati nudi sotto la pioggia, dopo il tenero torpore di vane finzioni. Consapevoli, che nessuno questa volta ti porgerà un ombrello, ti offrirà un riparo. Soli. Abbandonati.
E poi arriva la tarda età…sogni irrisolti…progetti mai realizzati…il tempo stringe…la solitudine ti soffoca…il voler fare ti inebria…ti mancano le forze…ti accorgi di voler ancora far tanto… ma non puoi.La fine…tutto resterà irrisolto…ma tu speri ancora!
Si rischia di crollare nel pozzo del nulla, quando vicino al tutto ci leghi qualcosa che non ha senso.Vedo che controlli ciò che dico con la biro in mano.Sento che qualcosa dentro è cambiato, in meglio? Chi lo sa.Ti sento… Eterno mio dilemma che sorgi da me e oltrepassi l’universo.Nutriti dei miei pensieri perché saranno l’unica e ultima cosa che ti concedo.
Una vita retrospettiva non vive del presente e non si proietta verso alcun futuro!
Francesca Neri: No… è che stavo dormendo… non voglio che mi vedi così, sono brutta.Troisi: Sei brutta… tanto mi devi lasciare, mica ti devi fidanzare… meglio no? Se sei brutta.
Neanche la gabbia toracica aiuta al cuore a non ferirsi.
Pensavo di abbandonare ma di colpo mi è tornata la voglia di lottare e di sognare.
Le assenze presenti mi procurano meno dolore rispetto alle presenze assenti, con le quali non riesco più a convivere.
Nessuno ha voglia di ascoltarti se stai male… se il modo ti sta crollando… se stai perdendo chi ami… quindi se stai male, piangi, grida… ma dopo, fatti forza e va avanti…