Cristina Sali – Abbandonare
L’abbandono? Il gesto più grave, l’atto più imperdonabile, l’azione che lacera il cuore e lascia un vuoto, impossibile da colmare.
L’abbandono? Il gesto più grave, l’atto più imperdonabile, l’azione che lacera il cuore e lascia un vuoto, impossibile da colmare.
Quando non c’è un interesse reale, no si può niente!
Più si smette di far l’amore e più ci si rinuncia.
Abbandonano ii genitori anziani, li lasciano in mani altrui. Poi: giudicano, disprezzano, pretendono. È il ringraziamento per chi si occupa di loro!
Non smettere di essere quell’utopia che dava vita e speranza alla tua assenza essa è l’essenza della tua presenza nei miei giorni.
Abbandonare i ricordi non è così semplice!
La freccia senza bersaglio è solo un ramo secco. Un bersaglio senza freccia morirà d’insensata attesa. Così il mio inutile amore invecchierà di vana illusione. Così il tuo cuore orgoglioso pioverà come sabbia. Persi entrambi nell’imperturbabile clessidra del tempo.
Mi lasciano in una casa di riposo, perché è giusto che sia così. Però, quante spiagge non ho calpestato io, per loro.
Sento il trionfo adesso che ti ho abbandonato a te stesso, dopo tanto consenso, la negazione di solidarietà e il tuo ritorno negli inferi della solitudine.
Le bellezze non hanno le stesse facce, le mancanze non hanno le stesse intensità, ma l’assenze hanno lo stesso profilo: Misurare con il vuoto che ci resta.
Tutto appare una tragedia ogni volta che vi separate.
L’Indifferenza, non è solo un arma che uccide una persona ma un atteggiamento che uso verso quelle persone vuote e cattive.
Il passo più grande che devo fare è smetterla di voler piazzare il mio cuore nelle mani degli altri e iniziare a lasciarlo nel posto giusto: nel mio petto. Devi guarire e per farlo solo io ne devo sentire i sussulti. Mi devo tenere il mio cuore.
Quando non c’è più posto gomitate e pestoni fanno male. Allora è giunto il momento di andarsene e nessuno può convincerti che lì stavi bene.
Comincio a pensare che se non ritorni, è perché io non lo voglio. Ripenso a quando mi bastava addormentarmi la sera e pensarti intensamente, per ritrovare al mattino un tuo messaggio. A quando ti sognavo e la mattina, mezza addormentata, te lo dicevo. A quando prendevo il cellulare per scriverti anche semplicemente “come stai?” E anche se intimorita dalla paura della tua indifferenza, lo mandavo comunque. Sai, a volte mi manca. Mi manca quel tempo in cui pensavo qualcosa e la facevo, così d’istinto. Oggi invece vengo assalita da un mare di “se” di “ma”, e la scelta più semplice e logica è non far nulla. Mi capita di pensare a volte di prendere il cellulare e farti uno squillo, o mandarti un messaggio; o almeno provarci; ma non prendo neanche il telefono in mano. Mi capita di sognarti e la mattina il mio primo pensiero è “rimuovere i sogni”. Mi capita di pensarti e arrivo sempre alla stessa conclusione “ma chi ti pensa, vaffanculo”. E in fondo, in fondo alla mia pseudo indifferenza credo si celi un velo di malinconia che non se ne andrà facilmente. Sarà la sensazione di risposta di quando dai tutto, e ricevi niente. Tristezza. Delusione. Addio. Non so.
Vagavo per la città, spensierato e con quella grande torre che spiccava nel cielo, adesso è stata sommersa dalle nuvole, e poi quasi come se il sole l’avesse sciolta. Non sono più da quelle parti.
Certi pensano che bastano poche parole per chiudere un capitolo di vita!Ci vuole di più, molto di più! Le parole non hanno significato dinanzi alle azioniallorché abbiamo ricevuto sofferenze senza risparmio di colpi.Le sofferenze difficilmente si dimenticano rispetto alle gioie… Non dimentichiamoleperché queste insegnano… a non ricadere negli stessi errori.