Afterhours – Abbandonare
Non c’è niente che sia per sempre.
Non c’è niente che sia per sempre.
Ecco cosa significa perdere ciò che si ama, non posso altro che ridere… L’ho voluto io, avrei potuto fare in modo che non accadesse.
Non mi stupiva il candore del giglio né il rosso della rosa. Solo immagini per me, solo figure a somiglianza tua, tu il modello di tutto. Ma tu lontana a me. Sembrava inverno, e di giocare cercando la tua ombra fra essi.
Vigliacco. Chi, nell’emergenza del pericolo, pensa con le propie gambe.
Lo sanno tutti che noi siamo la conseguenza delle nostre abitudini, ma molti di meno se lo ricordano quando è il momento di cambiarle.
C’è più eleganza quando ci si ritira dal mondo, se ci si ritira senza biasimarlo.
Ciò che conta di più nella vita ci viene regalato.. anche la vita stessa. Spesso a tutto ciò che non “paghiamo” non diamo valore.
Niente è peggio di niente.
Solo quando perdi qualcosa ti rendi conto del suo valore.
E le promesse che… che hai trasformato in polvere non le dimentico… lo sai. Bastava poco per, per far sembrare un po’ tutto più magico tutto fantastico, bastava poco per, per stare bene con te, bastava averti con me.
Se perdi qualcosa non raggiungerla, se ritorna indietro è tua per sempre, se non ritorna vuol dire che non lo è mai stata!
Mi hai lasciata qui in balia dei miei sogni e delle mie paure. Mi hai lasciata qui. Usata e abbandonata…
Solo quando solitudine, nostalgia e tristezza si saranno impossessati di te, potrai capire cosa davvero sia l’abbandono.
Quando i vizi ci abbandonano, ci lusinghiamo credendo di averli abbandonati noi.
Forse avrei dovuto buttarmi sulla Palmiro Togliatti e far vedere a tutti quanto era grande il sentimento per te. Ti sarebbe piaciuto, vero?Canzone delle vanità, niente ci resta, ma almeno avresti avuto una dedizione d’amore assoluta.Come mio nonno, che non può camminare e chiama mia nonna dal letto e grida: – Giuditta! Giuditta!E nonna corre come questo treno che sfreccia vicino all’acquedotto romano in rovina. Quello è amore: la follia di una dedizione totale che ti fa superare tutto, anche le tue difficoltà fisiche. Spesso, quando ti giravi nel letto accanto a me, ho pensato che volessi la stessa cosa, ma ho proiettato su di te un desiderio soltanto mio.Avrei dovuto urlare, mettermi a buttare le tue cose dal balcone, il rasoio, il pigiama, e magari colpire qualcuno che guardava le vetrine di quei sei negozi che stanno lì sotto, forse anche rompere i vetri della finestra, macchiarmi le mani di sangue, sfigurarmi il volto. Invece ti ho semplicemente detto: – Va bene. Ciao.
Barcollo nel buio della mia ombra e lo spazio nero mi avvolge.
Roberta contava gli strati della sua anima e cercava di mettergli un nome, si rendeva conto del senso di disagio che quella situazione le faceva provare, non accettava le sue incoerenze da persona normale, non accettava di voler stare in quella città e di non sopportarne il rumore, rifiutava di dover sorridere a gente di cui non le importava, a una vita di cui non vedeva il senso, di sentirsi ancora legata ad un uomo che non la accettava così com’era, che cercava di cambiarla, e da quando si erano lasciati le faceva le poste per controllare quanto la carenza di autostima l’avesse modellata secondo i suoi desideri. Si odiava perché lui ci stava riuscendo, se lo figurava in quel buio infernale che ricopriva Roma, a non vedere la strada che percorreva, che sicuramente aveva cercato qualcosa per terra che potesse fare rumore se trascinato o sbattuto contro i cancelli, un suono qualsiasi che coprisse il silenzio di fuori, inaccettabile se sommato a quello che aveva dentro.