Charles Seignobos – Abbandonare
Ogni pensiero o atto di cui s’è persa la traccia, è perduto per la storia, come se non fosse mai esistito.
Ogni pensiero o atto di cui s’è persa la traccia, è perduto per la storia, come se non fosse mai esistito.
Là dove inizia un abbandono, inizia quella strana “autodistruzione” di sé stessi.
Abbandonare me stesso è il peggior gesto che abbia fatto nella mia vita!Questo gesto ha portato a tantissime conseguenze negative, ma ne ha creata una positiva.Abbandonare me stesso, mi ha costretto poi ad identificarmi nelle persone che ritenevo più forti di me.Quando il giro delle maschere finì, mi resi conto di essere nuovamente vuoto.In quel momento, quel vuoto cominciò a riempire quello che sono e solo in quell’istante, cominciai a domandarmi con insistenza:”Ma io chi sono!?”
Anche le orme lasciate sul cemento fresco, presto o tardi svaniscono.
Ci sono persone che si lasciano, ma altre prendono solo strade diverse.
Quando la rabbia diventerà indifferenza, l’unica cosa che rimane sarà il ricordo.
Alice aveva detto che non sarei stato abbastanza forte da stare lontano dalla ragazza. Glielo avrei provato.
Dolce e amaro.La dolce illusione d’amare rende immortali.Offusca i sensi. Impedisce di osservare le cose come sono. Dà a tutto, una nuova forma e un giusto senso.Ma quando cominci a guardare le stesse cose nel modo in cui veramente sono. Quando l’illusione si spezza.Tutti i sogni precipitano come foglie d’autunno che guidate dalla mano del vento, scriveranno ovunque, il nome di chi ti ha fatto soffrire. L’ombra della sua assenza celerà ogni tuo sorriso. I sentimenti indosseranno maschere obsolete, irrigidite dal tempo.Gli unici colori vivi saranno quelli dei tuoi sbiadirti ricordi, ancora nutriti, da ineludibili speranze. Di quel dolce “amare”, resterà solo il rimorso di un’amara illusione…Ma daresti la vita per poter rivivere, anche solo per un attimo, la magia di quei giorni lontani.
Per un attimo ti ho avuto te tra le mie braccia,ho sentito le tue mani sfiorare le mie e accompagnare il mio cammino,tutto come un sogno,un sogno di una sera che di colpo svanisce.Tu lontanoma vicino nella mia mente.Tu così irraggiungibile.Ora sei in tutto quello che faccio,vorrei mandarti via ma non riesco.
Una spina ha trovato sede fra i veli dell’anima. Foto riaffiorano e tu piccolo ago ricordi che sei ancora lì e il proprietario non ti ha ancora tolto. Mi chiedo come mai tu sia giunto tanto nel profondo per poi sparire. Un errore semplice o grande ha al capacità di creare una ferita che pian piano diventa sempre più profonda, in superficie una scheggia che in realtà è una lamina che pone quesiti a me ignoti che procuran solo disorientamento.Mi chiedo se forse un giorno verrai a riprenderti la spina persa dolce rosa rossa?Forse non lo farai mai, e allora mi chiedo perché tu sei riuscito così nel profondo per poi uscire con un balzo come una pantera?Forse ora non dovrebbe importarmi, perché siam risbocciati insieme a delle stelle alpine, eppure il mio animo non mente mai. Qualcosa d’incocluso la tormenta. Risponderai, alla mia velata richiesta non so.
Tanto più l’amore è stato grande, tanto più grande è la delusione che tutto sia finito, ma con l’amaro in bocca mi rendo conto che sono ora felice che tu sia partito.
Viene dalle finestre socchiuse, tutta questa luce, viene a osservare la mia veglia che non ha più forze per chiudere gli occhi.Da quando ho cercato di mettere il bavaglio a questa cosa che mi dice dentro che non ti ho eliminato dal mio vivere, o dall’apparenza di ciò che vuol dire, non riesco più a lasciarmi vincere dal sonno… e dalla stanchezza, e la notte non ha più motivo di essere. Tu eri nella notte, dai contorni ora decisi e ora sfuggenti, tu eri dentro la mia notte. E io ho voluto il sole, la luce, ho voluto poter fare a meno della tua dolce lunga passeggiata nel mio inconscio.
Il dolore che si prova nell’abbandono è proporzionale a quanto si è riusciti ad amare. Se vi sentite morire, rallegratevi, avete provato il vero amore.
Abbandonare il campo, non sempre è una resa: talvolta, significa prendere coscienza dei propri limiti e non peccare di presunzione; talaltra, è un atto di grande coraggio e di profonda dignità.
A volte capita di guardare fuori dalla finestra in quei giorni uggiosi, e sentirsi grigi, senza colore.Il mondo passa e tu resti fermo, immobile, senza forze.Vedi gli altri passarti avanti e tu rimani lì a guardare fuori, nella speranza di vedere quella luce, e non sai mai quando arriverà.E il freddo ti avvolge, e le lacrime sono l’unica fonte di calore che sembra esserti rimasta.Chi credevi sarebbe rimasto per sempre ti ha appena finito di abbandonare.Ti maledici quando quel giorno hai deciso di crederci in quel “per sempre”, perché alla fine non ti ha portato a nulla.Ma nel momento più inaspettato tornerà la luce, tornerà il caldo e i colori.Ma tu rimarrai sempre in balia ad aspettare, a chiederti quando tornerà il freddo.
Adesso lascio questo qui…un passo indietro e tu non lo ritroverai piùperché è un’altro giorno in più.Adesso lascio questo quianche se non mi sento meglioavrei voluto conservarloma è perché non riesco a buttarlo via.Adesso lo lascio qui così potrai notarlo,dove per me avrà sempre lucedove non potrai sciuparloper riscaldare quello che ti è rimasto,dove potrò osservarlomimetizzarsi bene con tutto il resto.Adesso lo lascio qui dove troverà il suo postoe sarai tu a non ritrovare lì dove hai lasciato il tuo.
La vita è solamente un grandissimo tormento ed io sono la più tormentata, non ha senso la vita se prende il sopravvento la solitudine.