Samuele Borrelli – Abitudine
L’immagine di una persona sconosciuta risulta offusca, ma nel momento in cui la incontri la tingi con i colori più adatti all’apparenza.
L’immagine di una persona sconosciuta risulta offusca, ma nel momento in cui la incontri la tingi con i colori più adatti all’apparenza.
L’abitudine è una casa all’interno della quale abbiamo rinchiuso la nostra vita, impedendoci di godere di tutta la vita che è fuori. Ogni mattina apriamo le porte e le finestre della nostra vita!
Impara a fare a meno di chi riesce a fare a meno di te, anche se fa male. Impara a non dipendere da nessuno.
Le cose ottenute subito hanno un breve termine , ed anche se fossero state fonte di soddisfazione rimangono archiviate per una mancata valutazione da un arrivo improvviso.
Non fare della vita un’abitudine, ma abituati a viverla sempre in maniera diversa.
Aveva, come altre persone, l’abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto.
Il gioco è lo stesso. È chi partecipa al gioco a fare la differenza.
Ci ostiniamo sempre a dare un senso a ciò che accade e dare un nome alle cose. In verità non c’è un motivo preciso per quello che accade e ci sono cose che non hanno un nome sono li per essere ammirate e basta.
Se un terrorista facesse esplodere una bomba nucleare in un città di quattro milioni abitanti tutti sarebbero disperati e preoccupati. Ogni anno, nel mondo, muoiono quattro milioni di persone per i danni causati dal fumo ed è la normalità. Ogni anno una bomba nucleare esplode e nessuno se ne accorge.
I cambiamenti possono spaventare, ma sono stimolanti, mentre le abitudini sono letali.
È meglio star seduti sugli spilli che in una comoda poltrona!
La routine porta al delirio, la noia inconsciamente ci porta a cambiare automaticamente qualcosa che non va, a fare qualcosa di nuovo e lì, scoprendo qualcosa di nuovo, altro di piacevole lo inseriamo nella quotidianità. Finché anche di quella non ci stancheremo. Un ciclo di piccole cose che portano a piccole gioie.
Il desiderio di ognuno è piacere all’altro, a chi amiamo, senza dover cambiare. Inevitabilmente, però, questo desiderio ci spinge a conoscere i nostri limiti mentre ci facciamo conoscere, e quindi a valutare un cambiamento, quando l’altro mostra i suoi giudizi e le sue opinioni sui vari aspetti della nostra morale e del nostro comportamento. Se non si è abbastanza coscienti che il proprio modo di essere è quello che, meglio d’ogni altro, ci fa sentire sereni, c’è rischio di cadere nella rete di perplessità e dell’intercessione di troppo spazio al cambiamento. Si dice di doversi venire incontro, ma quando manca la reciprocità manca perché uno dei due si sente insicuro e non perché vuol rendersi più simile a quello che l’altro si aspetta per amore. Lo fa per non perderlo ma in quanto non vuole essere abbandonato. L’abbandono è molto più doloroso della solitudine e della mancanza successive. È sentirsi addosso una sconfitta immeritata, perché ci si ritrova con una personalità stravolta e senza più qualcuno che dia un senso a quello stravolgimento.Occorre restare se stessi, e farsi accettare e accettare chi si ama ed è questo che fa esplodere l’amore. Quella curiosità irrazionale per chi è diverso da noi eppure così attraente. Chi diventa troppo vicino a ciò che si vuole diventa sistematicamente prevedibile e, a dispetto di ciò che si penserebbe, poco attraente.Evitate la rete.
Siamo, forse, troppo immersi in un mondo che usa il “bene” come un paravento per coprire biechi interessi, tanto da non riuscire nemmeno più a concepire un piccolo gesto fatto con un cuore colmo di ideali.
Forse la gente preferisce seguire la stupidità perché la stupidità rallenta, mentre l’intelligenza corre veloce e alla maggior parte della gente non piace correre.
Io sono come il genio di Aladino, ogni tanto sembro sparire nel nulla all’improvviso. Ma non preoccupatevi troppo di queste mie assenze ripetute e periodiche, basta strofinare la lampada e io compaio e ricompaio come per magia.
Oh gli uomini non assolvono, impietosi giudicano e da ipocriti biasimano il giudicare altrui. Non ascoltano e fanno la morale, maestri della teoria sfuggono la pratica, l’esperienza, il vissuto che solo quando è vissuto può essere compreso. Dinanzi alla condanna già annunziata non vale perdersi nella strenua difesa, si tace perché il silenzio non ha voce per bussare dietro a porte chiuse.