Giancarlo Modarelli – Abitudine
Sostituisco la parola alla parolaccia.
Sostituisco la parola alla parolaccia.
Ci sono due categorie di persone: quelle con un passato da ricordare e quelle con un passato da dimenticare. Le prime vivono nel passato, le seconde nel futuro.
L’abitudine è noia, non piace a nessuno: chi starebbe seduto sulla poltrona più comoda del mondo, sulla quale è stato per giorni mentre dall’altra parte della strada i vicini danno la festa più divertente del mondo? Il genere umano è masochista: la prima risposta potrebbe essere questa, perché molte volte decide di starsene su quella poltrona. Il genere umano è egoista: la seconda risposta potrebbe essere questa, perché molte volte decide di alzarsi e andarsene. Ma infondo è più comodo rimanere su quella poltrona o alzarsi e andarsene?
Non è l’abitudine in sé a essere letale, è l’abitudine che non si vive, quella che ti fa rifugiare nel passato.
Se guardi oltre non mi vedi!
La maggior parte delle persone vive una non esistenza frenetica.
In spiaggia arrivo sempre tardi, verso le diciotto, diciannove. Mi sdraio e vedo la gente andar via, in lontananza bambini che giocano, la risacca color arancio, lo strofinare dei ciottoli sulla battigia in perfetta armonia con il canto delle cicale, gli ombrelloni chiusi, il sole in pensiero per il mio ritardo di cinque minuti. Tranquillo, anche oggi facciamo il bagno assieme, separati dall’orizzonte, stravolti d’incanto.
L’abitudine è nociva, non tanto per la carne, ma per l’intelletto.
I giorni sono noiosi perché ci si abitua all’abitudine!
Il problema della nuova generazione è che non si sorprende più di nulla. E la monotonia li pervade. Io ne faccio parte, ne sono consapevole e lo trovo tremendamente frustrante.
Tutti noi vivendo il presente produciamo passato, se vuoi essere possessore di un buon passato, cerca di vivere al meglio il tuo presente.
Nulla è come sembra, tutto è come vogliamo che pare, ma niente è come dovrebbe essere.
Chi non dice mai grazie, mai ne riceve.
Io ero prigioniero delle mie abitudini, dei miei pregiudizi. Non era male esser stupidi, se si trattava di un’ignoranza tutta propria.
Ho un brutto vizio. Terribile. Di fidarmi ancora delle persone.
Il fare qualcosa abitualmente porta a non avere più stimoli, senza stimoli, non siamo più umani, ma solo oggetti.Per far qualcosa, bisogna avere degli stimoli continuamente o si rischia di diventare monogami.
Per fermare un matto ci vuole una folle. L’abitudine in un rapporto con il tempo stanca.