Ada Roggio – Abbandonare
Tutto appare una tragedia ogni volta che vi separate.
Tutto appare una tragedia ogni volta che vi separate.
Sono di carta. Qualcuno mi ha presa a calci e gettata in un angolo, ma troverò chi mi raccoglierà. Sono di carta e sta piovendo, mi consumerò se nessuno prenderà quel che resta di me. Sono di carta, e mi hanno usata! Poi, come tutte le cose che si “usano”, hanno deciso che non servivo più, e mi hanno gettata via. Ma sono di carta e non provo dolore. Sono di carta, e aspetto che arrivi un vento buono che mi faccia cominciare a volare.
Fu come essere preso a sassate ma da dentro: una serie di colpi e poi una fitta acuta in fondo alla gabbia toracica. Fu allora che sentì per la prima volta che un pezzo delle sue viscere gli veniva strappato via.
Mi hai fatto cadere, tendendo troppo la corda. Io ho qualche cicatrice ma tu sarai sempre geneticamente scorretto.
Niente è stato inutile. Ognuno ha imparato dall’altro.
Tu sei un cuore che non fa rumore, nemmeno quando si abbandona.
Non abbandonarmi, Musa Erato, nel buio della notte inseguo la tua luce ma, sovente, come cieca vado errando.