Albert Camus – Filosofia
Il bacillo della peste non muore né scompare mai… forse verrebbe giorno in cui, sventura o insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.
Il bacillo della peste non muore né scompare mai… forse verrebbe giorno in cui, sventura o insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.
La sincerità è una virtù che non farebbe soffrire nessuno, ma purtroppo altre virtù incombono.
Tanto tempo fa ho cominciato a scrivere il copione dei miei atti, questa sera sbalordirò il mondo intero, si aprirà il sipario, si spegneranno le luci, e da grande interprete reciterò la parte finale della mia vita.
Noi siamo le nostre scelte e le persone con cui ci accompagniamo, il resto è solo quello che avremmo potuto o voluto essere, ma che comunque non siamo stati.
Il puerile fondamento escatologico della storia è l’impossibilità di prevedere il futuro e di comprendere il presente.
Il telefono non ravvicina, anzi, conferma le distanze. Non si è in due come in una conversazione, poiché non ci si vede. E non si è nemmeno soli come davanti a un foglio di carta che permette, mentre si parla all’altro, di parlare a se stessi, di cercare e di trovare la verità.
Non per forza ciò che appare bianco lo è, così ciò che appare nero,… ci sono sempre sfumature, sta a noi cercarle.