Albert Einstein – Politica
Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.
Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.
Io non posso gioire,anzimi sento preso per il culoquando parlanodi grandi indaginiche portano a grandi processi a grandi personaggi,perché non posso non pensarealle tante indaginiche portano al nulla,al dramma quotidiano della malagiustizia,alle offese fatte alla povera gente,agli onesti,agli indifesi.Perché vedo tutti quelli che per mancanza di giustizia muoiono,perdono speranza e dignità.E penso a quelli che invece non pagano maio pagano sempre troppo poco,come se la loro patente di peggiorifosse quasi una garanzia per l’impunità.Io non posso gioireperché la giustizianon nasconde la sua doppia faccia,anzi la ostenta.Una giustizia imponente,potere contro potere,ed una giustizia che fa paurama solo a poveri cristi ed innocenti.
Il Movimento 5 Stelle è una lobby dittatoriale. Un movimento politico che sfrutta il gregge che li vota per far soldi. Se veramente avessero combattuto a fianco del popolo, avrebbero lasciato quasi tutto il denaro dei parlamentari nelle tasche dello stato e non versato nelle tasche del movimento. Un movimento creato con lo scopo di aiutare la nazione non espelle gli appartenenti come fanno loro, per banali scuse o cause di tipo economico. Uno non vale uno come divulgano, perché l’unico a valere sono i vertici dittatori del M5S. Io non voto per le lobby, ho interesse di migliorare l’Italia e le uniche persone a poterlo fare siamo noi giovani, solo a noi può interessare realmente il bene della nostra nazione, quindi il nostro presente e futuro.
La democrazia è la volontà di non arrendersi di fronte a qualsiasi forza, a qualsiasi potere che pretende di essere irresistibile.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.
Una rivoluzione si fa, solo se si ha una cultura e delle idee.
La parità di genere in politica esiste già. È quella fra gli inutili e gli incapaci, di entrambi i sessi.