Alessandra Lanza – Morte
Vorrei essere come un fiore: sbocciare e morire in un giorno.
Vorrei essere come un fiore: sbocciare e morire in un giorno.
Perché non è nella mera morte che gli uomini muoiono di più.
Deluso nel tempo da una vita illusoria, contraffatta e malvagia, or ora mio Dio ti imploro dammi in eterno la pace, per tornare alla terra… mia madre.
E quando io volgo intorno lo sguardo e vedo questa camera, e gli abiti di Carlotta e le carte di Alberto, e i mobili che mi sono familiari, e perfino il calamaio, penso: “Tu immagini di esser tutto per questa casa! I tuoi amici ti apprezzano; spesso tu procuri loro la gioia e pensi che non potresti vivere senza di loro, eppure se tu te n’andassi, se tu scomparissi dalla loro cerchia? Sentirebbero, e per quanto tempo sentirebbero il vuoto che la tua perdita lascerebbe nella loro esistenza? Per quanto tempo? L’uomo è così effimero che anche lì dove più sicura è la sua esistenza, dove egli imprime l’unica vera traccia della sua presenza e cioè nel ricordo, nell’anima dei suoi amici, anche lì deve annientarsi e sparire, prontamente sparire!”
La vita è un’opera d’arte, in cui, la morte… è il suo capolavoro più atroce e riuscito.
Ho il terrore della morte. È per quello che vivo.
La mia è stata davvero una scelta.