Alessandro Trolese – Tristezza
Il dolore peggiore non è mai diretto, è il dolore nel tempo che ti distrugge; la tua unica debolezza.
Il dolore peggiore non è mai diretto, è il dolore nel tempo che ti distrugge; la tua unica debolezza.
Sarà per la prima volta che io chiuderò gli stessi occhi con cui ti guardavo e ti amavo per non vedere più i tuoi.
Notte tesa, inquieta, notte pareva senza stelle. Ti ho rivista è apparso il sole. Mamma ti voglio bene.
È meglio soffrire come ho già fatto in precedenza… È meglio che mi lecchi le ferite come ho fatto in passato.Soffrirò giorno e notte, notte e giorno. E questo potrà durare settimane, mesi, forse anche un anno.Finché una mattina, al risveglio, mi renderò conto che sto pensando a qualcosa di diverso, e capirò che il peggio è ormai passato. Il cuore è affranto, ma si riprendrà e riuscirà a scorgere ancora la bellezza della vita. È già successo in precedenza e accadrà di nuovo…
Difficile capire, o almeno provarci, l’uomo che trova l’anima gemella, che lo prende in ogni parte di se, e che per cause di forza maggiore… la perde… per sempre. Il cuore si inaridisce, si deforma alla sofferenza, e per non soffrire troppo il pensiero idealizza lei e solo lei, nessuno sarà mai come lei, nessuno. Sognarla è l’unico modo per rivederla e ed essere coccolato da lei, mille donne non sono lei, questa è la verità che alimenta solo il non vivere più. L’egoismo e la cattiveria sono essenziali per non fare entrare nessun’altra donna, in modo da farle andare via, perché quando lui si accorge che i sentimenti che sono solo del suo angelo, potrebbero trasferirsi in un altra donna, diventa insopportabile solo l’idea. E quando rimane di nuovo solo, sta meglio, perché può comunicare e sognare ancora con lei, il suo angelo eterno. È fatale quando ti rimane dentro, perché non si è più capaci di amare nessuno e la vita è vissuta solo a metà, fra l’alccol e donne, soldi sperperati e locali. Triste e incomprensibile la mente umana in queste situazioni, è comprensibile solo il provarci a cambiare. Chi lo sa, poi, per quale motivo egli vuole solo riprovare certe sensazioni, a ogni costo, anche di far soffrire altre persone, senza alcun ritegno, senza onore, senza sentimento alcuno, mandando alla deriva la sua vita stessa e quella degli altri.
Vorrei chiedere scusa a quell’uccellino che ogni mattina canta fuori dalla mia finestra, per non avere abbastanza saggezza da scordare i miei problemi al suo incantevole cinguettare.
Non amandomi mi farai vedere vedere il buio di uno scorpione letale.