Alessia Porta – Libri
La scrittura indossa abiti umili e modesti, non assume toni autoritari e non si vanta per le grandi conquiste, persiste nella storia e trionfa nei cuori degli eredi.
La scrittura indossa abiti umili e modesti, non assume toni autoritari e non si vanta per le grandi conquiste, persiste nella storia e trionfa nei cuori degli eredi.
Ebbene sua eccellenza, si è convinto: è dall’abisso di coloro che non godono ciò che godo io e soffrono i peggiori disagi che deriva il fascino di poter dire a se stessi “comunque io sono più felice di questa canaglia che si chiama popolo”. Ovunque gli uomini siano uguali e non esista questa differenza nemmeno la felicità esisterà mai.
Se puoi scriverlo puoi farlo.
Sto dormendo da poco quando ricevo una chiamata di Damen. E anche se ho passato gli ultimi due giorni a convincermi che non mi piace, nell’istante preciso in cui sento la sua voce mi arrendo.
La residenza di Peter Pett, il noto finanziere, su Riverside Drive è un pugno in un occhio tra i più cospicui in quell’arioso ed elegante viale newyorkese. Quando ci passate davanti in limousine o vi godete i vostri dieci centesimi d’aria fresca sull’imperiale di un omnibus verde, salta su e vi morde. L’architetto che si trovi a passar di lì sussulta e allarga le braccia per schermirsi e finanche l’osservatore incompetente è colto da un senso di sgomento. L’edificio assomiglia contemporaneamente a una cattedrale, a una villa di campagna, a un hotel e a una pagoda cinese. Molte finestre hanno vetri istoriati e sopra il porticato troneggiano due leoni in terracotta, considerevolmente più brutti dei compiaciuti felini che montano la guardia alla Public Library di New York. È impossibile che simile dimora passi inosservata ed è forse per questo motivo che la signora Pett ha tanto insistito perché il consorte l’acquistasse. La signora Pett adora essere notata.
Baciami ancora, e non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?
Non è l’amore che delude l’uomo, ma l’uomo che delude l’amore. Anche perché, mentre lui è sempre all’altezza del suo mandato, la stessa cosa, purtroppo, non si può dire di noi. […] Ma è certamente l’energia più grande che l’uomo sia in grado di produrre. L’unica che riesca a fargli fare cose delle quali non si immaginerebbe mai capace. Il miracolo che rende l’uomo capace di miracoli. E, forse, se trovassimo il coraggio di non confinarlo all’atto che origina la vita; se non lo tradissimo, facendone merce di scambio sui mille tavoli della vita; se riuscissimo a guardarlo negli occhi e ad ascoltare quello che ha da dire, e ci decidessimo ad adottarlo come bussola e sestante per la nostra navigazione, ci accorgeremmo che la risposta a molte delle piccole, grandi domande che ci piovono addosso e dalle quali spesso ci sentiamo perseguitati è più vicina di quanto immaginiamo.