Alessia Porta – Stati d’Animo
Ti liberi di un peso, e non vuoi nemmeno ricordarne il nome.
Ti liberi di un peso, e non vuoi nemmeno ricordarne il nome.
Erano sottili e ben strani, pensava, i collegamenti che si potevano stabilire tra cose in apparenza non connesse: dipinti, parole, ricordi, orrore. Sembrava che tutto il caos del mondo, disseminato in qualche modo sulla Terra dal capriccio di dèi ubriachi o imbecilli – una spiegazione valeva l’altra – o di spietate fatalità, potesse vedersi di colpo ordinato, trasformato in un insieme dalle proporzioni precise, sotto la chiave di un’immagine inaspettata, una parola detta per caso, un sentimento, un quadro contemplato insieme ad una donna morta dieci anni prima, ricordato adesso e ridipinto alla luce di una biografia diversa da quella di chi l’aveva concepito. Di uno sguardo che forse lo arricchiva e lo spiegava.
Non vergognarti mai di essere ciò che sei; piuttosto vergognati quando ti mostri per ciò che non sei.
Quando arriva il fatidico “un giorno”, niente di tutto quello che ti dicevano da piccolo ha senso… Non esiste nulla. A meno che non sia tu a a voler creare qualcosa.
M’accingo a perdermi nell’infinito della notte, tra crampi morali e vie di fango, musiche decadenti e prati in fiore.
Ho aspettato troppo a lungo qualcosa che non è mai arrivato. Ho ascoltato il silenzio che ha accompagnato l’attesa e credetemi, ad un certo punto era diventato quasi la mia più amata compagnia. Poi ecco che un giorno, all’improvviso qualcuno è arrivato nella mia vita… e quel suono strano, lieve che ha suscitato dentro di me mi ha ricordato la bellezza di un’emozione. Il candore di un complimento. La dolcezza di un gesto e il grandissimo valore di una carezza e di una compagnia vera, sincera e certa!
Sto buttando via l’adolescenza, me stessa, i miei pochi amici, tutto. Sono sola, racchiusa dentro un buco nero.