Alexandre Cuissardes – Medicina e salute
La parola tumore inizia sempre con la “t” prosegue con la “s” di speranza ma finisce spesso con la “e” di estrema unzione.
La parola tumore inizia sempre con la “t” prosegue con la “s” di speranza ma finisce spesso con la “e” di estrema unzione.
Verrebbe da pensare che governanti che hanno permesso e permettono che un paese si divida anche in maniera violenta e becera fra cose anche banali e scontate abbiano sbagliato tutto. Invece no, è il paese che li ha creduti e ci è cascato che ha fallito, non loro.
Perché una volta che l’oscuro male ti prende l’anima nessuno se ne avvede: cureranno il corpo con balsami e inguenti, ma sordi saranno alle urla silenti, rifocileranno la bocca assetata d’acqua, ma lasceranno che il vuoto scavi trincee, apriranno finestre per ricambiare l’aria e chiuderanno le porte per rinchiuderti dentro.
Chi ha voglia di vivere ha “la febbre del sabato sera”. Chi non ha voglia di lavorare ha la febbre del lunedì mattina.
Tutti si candidano a salvare il paese che invece si salverebbe se fossero in meno a volerlo salvare.
È vero che il cittadino non deve sostituirsi alla giustizia, ma quando la giustizia non è presente il cittadino non si sostituisce a niente, esercita semplicemente un suo diritto.
Continuano in troppi ad essere sicuri che “fare il proprio dovere” non possa portare qualcuno ingiustamente colpito ad esercitare il sacro diritto a difendersi.