Alexandre Cuissardes – Morte
La morte non guarda in faccia e rende a tutti pan per focaccia, ma troppo tardi.
La morte non guarda in faccia e rende a tutti pan per focaccia, ma troppo tardi.
Il resto é silenzio.
Nel vedere gli impettiti commessi dietro ai presidenti di camera e senato viene da pensare che l’Italia è l’unico paese al mondo dove le statue hanno un lauto stipendio.
La seconda repubblica nacque sugli scandali, la terza rischia di nascere sul vomito popolare.
È più saggio diffidare di chi parla troppo che di chi parla poco.
Un proverbio dice “quello è così ricco che ha più soldi che capelli in testa”.Chissà che a forza di mantenere donne la caduta di capelli di Berlusconi non sia il segnale che ha meno soldi, o forse si è strappato i capelli per i tanti problemi che ha.
Dove ci porta la morte? Ci porta in quella pace dove noi fummo prima di nascere. La morte è il non-essere: è ciò che ha preceduto l’esistenza. Sarà dopo di me quello che era prima di me. Se la morte è uno stato di sofferenza, doveva essere così prima che noi venissimo alla luce: ma non sentimmo, allora, alcuna sofferenza. Tutto ciò che fu prima di noi è la morte. Nessuna differenza è tra il non-nascere e il morire, giacché l’effetto è uno solo: non essere.