Alexandre Cuissardes – Politica
Ci sono politici che pur essendo ridicoli non riescono a fare ridere, in compenso fanno pena e rabbia insieme.
Ci sono politici che pur essendo ridicoli non riescono a fare ridere, in compenso fanno pena e rabbia insieme.
In un momento difficile come questo tutti dovrebbero aiutare lo stato dove è in maggiore difficoltà, per esempio nel caso della giustizia i cittadini potrebbero dare una mano ai magistrati cominciando a farsi giustizia da soli.
Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomia inscindibile non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà Se a me socialista offrissero la realizzazione la riforma più radicale di carattere sociale, privandomi della libertà io la rifiuterei. […] Ecco come io sono socialista.
Sondaggio: Domanda: in cosa sperate più di ogni altra cosa. Risposta: che ci siano l’inferno ed il paradiso. Domanda: perché? Risposta: per vedere se veramente all’inferno c’è un girone “politici” e se ci saranno tutti quelli che ci abbiamo mandato in questi anni.
Ormai sono così vecchio e segnato che non ho più nessuna nuova esperienza ma soltanto ripetizioni o tuttalpiù seconde volte.
Il male lo vivi, il bene lo sogni.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.
In un momento difficile come questo tutti dovrebbero aiutare lo stato dove è in maggiore difficoltà, per esempio nel caso della giustizia i cittadini potrebbero dare una mano ai magistrati cominciando a farsi giustizia da soli.
Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomia inscindibile non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà Se a me socialista offrissero la realizzazione la riforma più radicale di carattere sociale, privandomi della libertà io la rifiuterei. […] Ecco come io sono socialista.
Sondaggio: Domanda: in cosa sperate più di ogni altra cosa. Risposta: che ci siano l’inferno ed il paradiso. Domanda: perché? Risposta: per vedere se veramente all’inferno c’è un girone “politici” e se ci saranno tutti quelli che ci abbiamo mandato in questi anni.
Ormai sono così vecchio e segnato che non ho più nessuna nuova esperienza ma soltanto ripetizioni o tuttalpiù seconde volte.
Il male lo vivi, il bene lo sogni.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.
In un momento difficile come questo tutti dovrebbero aiutare lo stato dove è in maggiore difficoltà, per esempio nel caso della giustizia i cittadini potrebbero dare una mano ai magistrati cominciando a farsi giustizia da soli.
Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomia inscindibile non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà Se a me socialista offrissero la realizzazione la riforma più radicale di carattere sociale, privandomi della libertà io la rifiuterei. […] Ecco come io sono socialista.
Sondaggio: Domanda: in cosa sperate più di ogni altra cosa. Risposta: che ci siano l’inferno ed il paradiso. Domanda: perché? Risposta: per vedere se veramente all’inferno c’è un girone “politici” e se ci saranno tutti quelli che ci abbiamo mandato in questi anni.
Ormai sono così vecchio e segnato che non ho più nessuna nuova esperienza ma soltanto ripetizioni o tuttalpiù seconde volte.
Il male lo vivi, il bene lo sogni.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.