Alexandre Cuissardes – Società
Difficile far tornare i conti in un paese dove la gente cerca di pagare poco e chi governa cerca di prendere molto.
Difficile far tornare i conti in un paese dove la gente cerca di pagare poco e chi governa cerca di prendere molto.
Lo stato tiene buona la stampa con i finanziamenti ai giornali perché i giornali tengano buoni noi con le parole.
Invisibile sono in questo vivere che non potrò mai accettare. Un modello di vita che non mi s’addice, proprio perché sono Invisibile.
Nella consuetudine che si creata, noi stiamo andando verso un futuro incerto. Sosteniamo di essere liberi di esprimere quello che siamo. Purtroppo non è così. Noi facciamo parte di un meccanismo molto complesso da capire, ma molto semplice dall’essere eseguito. Siamo numeri e non persone, ciò che facciamo è un calcolo fatto da menti che ci costringono ad essere sottoposti ad abusi mentali senza rendercene conto. Come marionette ci dicono cosa fare, mangiare, vestire. Siamo talmente succubi che non ci accorgiamo d’indossare maschere divenire burattino. Dobbiamo lavorare per vivere così ci hanno istruito, però non ci hanno detto che per vivere dobbiamo essere sciavi. La maggior parte di noi è strettamente legata a doppio filo, con una mano prendi con l’altra dai. Negli ultimi anni il divario dare avere ha creato più dipendenze e meno possibilità di vivere con dignità. Questo sistema è stato creato per tenerci sottomessi e obbligarci ad essere considerati numeri e non persone. Semplicemente ci stanno facendo morire. Quando arriveremo al punto di non ritorno si scatenerà il caos che porterà inevitabilmente ad un’ampia serie d’azioni dove non è scontata una rivoluzione contro chi oggi tira li fila del comando. Spero vivamente che in futuro prossimo ci sia la consapevolezza di non indossare maschere e essere come marionette e prendere posizioni certe per scongiurare la catastrofe. Se fossi nei panni di chi ora tessa le fila cercherei di portare avanti una strategia più umana e civile possibile e renderci la nostra dignità.
– Bè, noi non li incontriamo in società, – disse lui ridendo. – Sono pieni di tutte le virtù, ma noi non li incontriamo, e ormai sono quarantun anno, è troppo tardi per appurarne i motivi.
La civiltà è un movimento, non una condizione; un viaggio, e non un porto.
Nei periodi di abbondanza, i poveri sono grassi e i ricchi magri.