Alexandre Cuissardes – Società
Quando un bravo muore muore per sempre un albero, quando un cattivo muore nasce una malapianta.
Quando un bravo muore muore per sempre un albero, quando un cattivo muore nasce una malapianta.
Tutti gli uomini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Le buone notizie hanno ormai cambiato destinatario da tempo, è già un successo se si arriva a sera da sopravvissuti.
Che cos’è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall’ansia economica di esserlo? Che cos’è che ha trasformato le “masse” dei giovani in “masse” di criminaloidi? L’ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una “seconda” rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la “prima”: il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo “reale”, trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c’è più scelta possibile tra male e bene. Donde l’ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall’assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c’è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c’è stata: la scelta dell’impietrimento, della mancanza di ogni pietà.
I buoni magistrati, le forze dell’ordine, combattono contro i delinquenti. Li sentiamo lamentarsi della scarsità dei mezzi, ma mai del loro ruolo. I dipendenti di Equitalia forse non potendosi lamentare della mancanza di mezzi si lamentano del ruolo.
Dopo aver fatto finta per anni di non vedere, aver fatto finta di non capire, di non sentire, non puoi far finta anche di non saper sparare.
L’unico evaso che a nessun politico interessa ritrovare è il buonsenso, forse sarà perché è evaso dal loro cervello.