Alexandre Cuissardes – Società
Un paese con uno stato che permette che i suoi cittadini si uccidano è un paese dove vige la pena di morte.
Un paese con uno stato che permette che i suoi cittadini si uccidano è un paese dove vige la pena di morte.
Chi è prevenuto per natura sbaglia. Chi lo è per esperienza vissuta ha sbagliato a non essere stato prevenuto per natura.
Se i farisei al tempo di Gesù dovessero incontrare quelli dei tempi attuali, griderebbero allo scandalo.
I segreti non vanno raccontati, vanno cancellati.
La politica fa acqua da tutte le parti, forse gli serve a spegnere il fuoco dei cittadini che bruciano di rabbia. L’antipolitica attizza il fuoco della protesta. I moderati gettano acqua sul fuoco, troppa, qualcuno ci affoga dentro.
È il contatto che ci manca in una società dove si predilige il rapporto virtuale. Entri in un luogo pubblico e, mentre sei lì che aspetti, son tutti ipnotizzati davanti allo schermo del proprio Iphone. Niente dialogo, scambio di battute, tutto un botta e risposta su Whatsapp, o interminabile interagire coi giochi sui social. Pare non abbiamo più nulla da raccontarci, da inventarci. Solo un copia incolla di link da mandarci, di frasi fatte, di messaggi brevi, magari inaccessibili come codici fiscali, musica da postare, ma il linguaggio è fermo. Trovandoci uno di fronte all’altro o in comitiva ognuno guarda il proprio cellulare, pare sia lui il protagonista di ogni conversazione, sia lui a parlare per noi, più di noi. È il contatto, quello di sguardi, di sorrisi, di discorsi, è il contatto che ci manca.
Quando hai smesso di urlare di rabbia con i tanti in piazza e torni ad essere solo, urli ancora ma non è più rabbia, è disperazione.