Alexandre Cuissardes – Vita
Quando in un paese quasi ogni giorno c’è una morte che fa pena, forse il rimedio sarebbe la pena di morte.
Quando in un paese quasi ogni giorno c’è una morte che fa pena, forse il rimedio sarebbe la pena di morte.
Quando qualcuno mi dice che è impossibile, sento già che lo posso fare.
Se si vuole continuare a vivere, bisogna affrontare il dolore. Conoscere i propri limiti e abbatterli. Imbattersi nelle onde con virilità e maestria, con prontezza e audacia. È necessario reagire.
É men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.
Nella vita non ho lottato per sopravvivere, ma per vivere al meglio. Non ho sognato perché non avevo di meglio da fare, ma per riuscire poi a realizzare quei sogni. Non ho pianto, sbagliato e sofferto perché me lo meritavo, ma perché sono umana. Per fare di tutto questo tesoro e trarne insegnamento, per crescere e maturare. Non ho imparato ad amare per solitudine, ma perché credo ancora in certi sentimenti e in certi valori. Non ho imparato ad ignorare perché ho scelto di essere cattiva, ma perché la vita mi ha insegnato che dove c’è stupidità l’unica parola giusta è “silenzio”.
“Che cos’è quest’ottimismo?” dice Cacambo. “Ah – risponde Candido – è la maniera di sostenere che tutto va bene quando si sta male”.
Sono gli uomini che fanno il bene ed il male non le loro appartenenze.