Alexandre Dumas – Libri
Signore, lo sapete che ho viaggiato molto, che ho passato due anni lontano da lei. Qualunque abitudine si rompe in due anni, credo… Ebbene, al ritorno, io amavo, non di più, che sarebbe stato impossibile, ma come prima.
Signore, lo sapete che ho viaggiato molto, che ho passato due anni lontano da lei. Qualunque abitudine si rompe in due anni, credo… Ebbene, al ritorno, io amavo, non di più, che sarebbe stato impossibile, ma come prima.
Un aforisma ha la dignità della mente che lo ha partorito.
Se Dio non avesse voluto che l’uomo volasse, non gli avrebbe regalato i libri.
Le sue labbra lisce come il vetro mi sfioravano i capelli, la fronte, la punta del naso. Ogni volta svegliava il mio cuore assopito con una scossa elettrica. L’eco dei suoi battiti si perdeva nella stanza.Era il Paradiso… ma al centro esatto dell’Inferno.
Una volta qualcuno ha detto: “Non ho il coraggio di fermarmi a pensare, perché se lo facessi non saprei come ripartire”.
C’era una volta un ragazzino che odiava il Kreplech. Ogni volta che vedeva un pezzo di Kreplech nel brodo, gridava: “Aaah, il Kreplech!” Sua madre decise quindi di insegnargli a non avere paura del Kreplech. Lo portò in cucina e preparò un po’ di pasta. “Vedi, è come una frittella”, gli disse. “Come una frittella”, ripetè il ragazzino. Allora la mamma prese della carne macinata e ne fece una pallina. “Vedi, è come una polpetta”, gli disse. “Come una polpetta”, ripetè il ragazzino. Poi la mamma avvolse la pasta attorno alla carne e la prese in mano. “Vedi, è come un raviolo”, gli disse. “Come un raviolo”, ripetè il ragazzino. Allora lei lasciò cadere il Kreplech nel brodo e mise il tutto davanti al ragazzino, il quale urlò: “Aaah, il Kreplech!”.
Le ferite di guerra si incidono a fondo nei corpi degli uomini. Solo la pazzia è capace di cicatrici più profonde.