Alina Carenza – Destino
Vivi il paradosso, serve a prender coscienza. Semplice come la Fisica dei quanti.
Vivi il paradosso, serve a prender coscienza. Semplice come la Fisica dei quanti.
Lentamente e con saggezza, la paziente opera del tempo mostra le trame di un futuro che prende forma davanti al mio sguardo e mi trovo ad essere spettatrice e protagonista della mia esistenza.
E così, uccidendo a protezione del suo messaggero e forse dei suoi profeti, non si rese conto del più alto araldo che gli recava i richiami della storia, se non troppo tardi, a tempo scaduto.
Avere sempre il coraggio di fare le cose anche quando si ha paura: è questo il segreto per crescere.
Il destino è come un camaleonte in cima ad un albero, basta un soffio di vento perché cambi colore, poiché il Dio ha segnato sulla fronte di ognuno il proprio destino.
Credevo si potesse sorridere sempre per un amore trovato. Credevo ci si potesse emozionare sempre per un gesto inaspettato. Credevo si potesse sognare sempre fintanto c’è un cielo da guardare. Credevo ci si potesse fidare sempre dei segnali del nostro cuore. Credevo che si potesse imparare dagli errori senza cadere nuovamente… credevo a tutto questo perché in qualcosa bisogna pur credere buonanotte creduloni.
Da ora inizia il mio anno zero. Ricomincio da me; rinasco di nuovo. Cambio, cresco, tra gioia e dolore respiro ancora. Sono viva.