Amedeo Serino – Libri
I libri sono persone con le quali puoi parlare di cose serie.
I libri sono persone con le quali puoi parlare di cose serie.
Per favore, piantatela con questa storia del “blocco dello scrittore” e accettate ciò che la vostra anima vi sta dicendo: “Basta, cambia strada!”.
Il nichilismo è una comodità che l’uomo deve superare.
Quando verrà il tempo di punire, li colpiremo con tanta forza da riempire i loro cuori di smarrimento e di terrore. Li colpiremo fino ad annullarne la forza. Li lasceremo prostrati, rovinati, spezzati e dispersi, li ridurremo in mille pezzi che poi spargeremo ai quattro venti.
Vivere la malattia come un’opportunità, fare della sofferenza una fortissima esperienza, tutto ciò mi permette di affrontare la vita in un modo diverso. Prima di essere malato non avevo contatto con me stesso. Credevo di non avere bisogno di nulla ma invece ero insoddisfatto perché pur avendo tutto ero sempre alla ricerca di qualcosa che non possedevo. Ora invece conosco i miei limiti. Non sento di dover dimostrare niente a nessuno ma posso accettare la mia dipendenza dagli altri. Mi sono riconciliato con me stesso.Ne ho ben tre di fortune: come medico, come malato e come uomo.
Adesso che ho superato giàtanti dolori e possoleggere il mio destino comeuna mappa piena di errori,quando non sento nessuna compassionedi me stesso e possopassare in rassegnala mia esistenza senza sentimentalismi,perché ho trovato una relativa pace,lamento solo laperdita dell’innocenza.Mi manca l’idealismo della gioventù,del tempo in cui esisteva ancora per meuna chiara linea divisoriatra il bene e il malee credevo che fosse possibile agiresempre in accordo conprincipi amovibili.
Mentre si muoveva appena dentro il suo bel cappotto nero, pensava che dopotutto la vita fosse un dono, che uno dei pregi dell’invecchiare fosse la consapevolezza che molti momenti non erano soltanto momenti, ma doni. E come era bello, davvero, che la gente facesse festa con tanto ardore in quel periodo dell’anno. Non importava che cosa la vita riservasse loro, […] nonostante tutto si sentivano spinti a fare festa perché in qualche modo sapevano, ciascuno alla sua maniera, che la vita era un dono da festeggiare.