Analìa Scarpone – Frasi sulla Natura
Nessun tramonto ha mai sconfitto l’alba, così come nessun ostacolo ha mai sconfitto la speranza.
Nessun tramonto ha mai sconfitto l’alba, così come nessun ostacolo ha mai sconfitto la speranza.
Attraversa il giardino a passo di danza e cogli i fiori più belli, quelli che hanno il profumo soave del nulla. Siamo scintille nel buio, siamo eterni e sfuggenti.
L’onda sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta, accorda, discorda.
Correre spensierato su prati verdi, fare capriole e alla fine quando arriva la stanchezza planare sulla verdissima e morbida erba. Ora stanco guardo il bellissimo azzurro del cielo, la cui immensità espande ogni qualvolta lo si ammira. Guardando il cielo scorgo un bellissimo esemplare d’aquila, imponente la sua apertura alare, si muove con movimenti aggraziati. Controllo l’orologio e purtroppo è già ora di rientrare. Giornate così rendono il cuore felice e la mente fresca, si torna ad essere bambini spensierati.
I mari e i deserti sanno ingannarci: i loro fianchi sfuggono sempre alla nostra vista.
La bellezza rinnovata del Mondo e delle stelle parla da sola dell’enorme spirito invidiato dall’Onnipotente: più splendido degli angeli, più profondo dei pensieri di Dio, di conoscenze più luminose di quelle del Maestro, una perla più bella di Lui e degli dèi e di tesori immensi. Il ladrocinio perpetrato dal Padre per impossessarsi delle acque azzurre dell’eternità è solo avere, e dimostra che la sua immortalità è solo espoliazione degli esseri che vede più grandi, di cui vuole avere la luce. E quindi, non è immortalità. E questa trasformazione non è altro Dio che vuole invertire la sua natura e diventare bene, consumare la vita fino alla fine, e la scienza, immobile nella sua esattezza, non i sogni che in fondo si muovono assecondando vento, gli dice che questo tentativo è mortale. Mutando il suo universo nella nuova luce e nuove acque dal sangue, si è guadagnato l’estinzione di quello che ama, ma amare è una parola grossa, che desidera fare suo nel Regno del Messia. Il desiderio non conosce il futuro, se non le sue ambizioni in un tempo immaginario, che non esiste. Non vede se non quello che la sua avidità brama, e odia la verità dei fatti che gli mostra il suo vero volto, il capolinea di una strada fatta di morti, di corpi usati per la Parola che vale solo metà di quanto vorrebbe, la verità da una parte e la falsità e l’arbitrarietà usate per nascondere la propria natura. Che si annullano a vicenda. Quindi questa luce, a che serve. Gli angeli la barattano per l’eternità, aureole rapinate, e un’isola dove l’apparenza nasconde ormai la disarmonia inconcepibile della Ruota. È proprio la maschera, questa volta, a svelare e mostrare cosa c’è dietro, mai accaduto prima. Ed è stato il mio spirito, nella morte, nel giudizio del Padre per sterminare ed appropriarsi e abbellirsi di questa eredità di luce smisurata, a farlo. Incredibile. Straordinario.
La bellezza della natura è nel senso di beatitudine che riesce a trasmetterti ogni volta che ti immergi in essa.