Andrea G. Pinketts – Libri
Non mi vestivo sempre secondo l’umore del momento visto che cambiavo d’umore con velocità impressionante e trovo scomodo girare con dei cambi
Non mi vestivo sempre secondo l’umore del momento visto che cambiavo d’umore con velocità impressionante e trovo scomodo girare con dei cambi
Scrivere è parlare e parlarsi. La parola è troppo bella perché siamo noi, ognuno di noi; se solo sapessimo apprezzare le parole (senza buttarle), imparando ad accarezzarle, sarebbe un mondo – forse – diverso! Ho, sin da piccolo, percepito la parola come suono melodioso che penetra il cuore perché è attraverso la parola che si scopre un mondo. Tutto è parola e senza la parola le meraviglie del mondo non sarebbero state come sono perché è la parola a rendere l’anima di ogni cosa. Negli anni, ho scoperto che la parola, adagiata su un foglio bianco, diventa una foto; si, proprio così, rende un’immagine, sprigionando forza/luce evocativa/emotiva. Accarezzando il foglio con l’inchiostro, ritrovo me stesso – anzi – l’altro me stesso: mi scopro passo dopo passo e, scoprendo me stesso, scopro anche gli altri. Scrivo perché tante emozioni vanno trascritte per non essere temute o dimenticate.
Edward sorrise scuotendo la testa “andiamo a prepararci” esortò “ti ho portato qualche giocattolino nuovo per stanotte”.lo guardai “giocattoli pericolosi?””Perché, adesso giochi anche con quelli sicuri?”Ci scambiammo un sorriso “voi due vi state divertendo” commentò Richard in tono quasi accusatorio “se non ci divertissimo non faremmo questo lavoro” ribattè Edward.
Poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erge nella nostra menoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose impareremo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.
La maggior parte della gente vive una vita meccanica, con pensieri meccanici-di solito appartenenti a qualcun altro-emozioni meccaniche, azioni meccaniche, reazioni meccaniche.
Non voglio avere un miracolo digitalecome quello chemisura la consunzione del mio tempo.Voglio tenermi il mio oracolo globaleche mi lascia la mia illusioned’immortalità.(da “Dieci pensieri sul tempo”)
A volte può più la parola che la spada.