Angela Cicolari – Acqua
Un universo amaro, destino molto più triste per la vita: la Fine giunge sulle ali dell’amore e della bellezza.
Un universo amaro, destino molto più triste per la vita: la Fine giunge sulle ali dell’amore e della bellezza.
Non ho il potere né sufficiente autorità per far vedere quello che voglio. E dovrà essere sempre così. Basta riflettere su questo: se non posso sostituire il mio modo di vedere, anche se fosse davvero una verità di parte, con la cultura di uno o di pianeta, Dio può farlo. E quindi, se non posso e non voglio dare influenze, chi si sta mandando a fan culo insieme al Mondo, io oppure Dio? Non c’è nemmeno bisogno di chiedere.
È una legge di Natura, più è grande l’odio, sia motivato che non, più c’è il rischio di distruggere inutilmente la propria vita e quella degli amati, o anche di sconosciuti, oltre che l’oggetto del proprio odio, perché la sua forza distruttiva, al contrario di chi lo prova, non fa distinzioni. Non mi pongo mai la domanda perché odiare, è più diretto chiedersi perché morire.
Strana la natura, non me ne ero mai accorta, ma allora non serviva. Non c’è acqua senza sole; è più vero dire non c’è sole senza acqua.
La bellezza rinnovata del Mondo e delle stelle parla da sola dell’enorme spirito invidiato dall’Onnipotente: più splendido degli angeli, più profondo dei pensieri di Dio, di conoscenze più luminose di quelle del Maestro, una perla più bella di Lui e degli dèi e di tesori immensi. Il ladrocinio perpetrato dal Padre per impossessarsi delle acque azzurre dell’eternità è solo avere, e dimostra che la sua immortalità è solo espoliazione degli esseri che vede più grandi, di cui vuole avere la luce. E quindi, non è immortalità. E questa trasformazione non è altro Dio che vuole invertire la sua natura e diventare bene, consumare la vita fino alla fine, e la scienza, immobile nella sua esattezza, non i sogni che in fondo si muovono assecondando vento, gli dice che questo tentativo è mortale. Mutando il suo universo nella nuova luce e nuove acque dal sangue, si è guadagnato l’estinzione di quello che ama, ma amare è una parola grossa, che desidera fare suo nel Regno del Messia. Il desiderio non conosce il futuro, se non le sue ambizioni in un tempo immaginario, che non esiste. Non vede se non quello che la sua avidità brama, e odia la verità dei fatti che gli mostra il suo vero volto, il capolinea di una strada fatta di morti, di corpi usati per la Parola che vale solo metà di quanto vorrebbe, la verità da una parte e la falsità e l’arbitrarietà usate per nascondere la propria natura. Che si annullano a vicenda. Quindi questa luce, a che serve. Gli angeli la barattano per l’eternità, aureole rapinate, e un’isola dove l’apparenza nasconde ormai la disarmonia inconcepibile della Ruota. È proprio la maschera, questa volta, a svelare e mostrare cosa c’è dietro, mai accaduto prima. Ed è stato il mio spirito, nella morte, nel giudizio del Padre per sterminare ed appropriarsi e abbellirsi di questa eredità di luce smisurata, a farlo. Incredibile. Straordinario.
Sta molto attento a dove poni i resti di chi ti ha maledetto eternamente, la sua presenza potrebbe essere più scomoda di quanto pensi per i tuoi, e per molto più tempo di quanto pensi.
Se una mente era illeggibile, primo ci sarà stato un valido motivo, secondo non è…