Angela Cicolari – Paradiso & Inferno
Cristo, Cristo, perché mi perseguiti?
Cristo, Cristo, perché mi perseguiti?
Infanzia. L’unico paradiso perduto.
Una violenza carnale, come qualsiasi stupro, si basa su due presupposti: un “no” fatto passare per “sì”, perché, secondo cervelli bacati, da San Paolo in poi, le donne e forse chiunque, disprezzano e rifiutano quello che in realtà vogliono, o un giudizio di parte di un Padre che cerca di coprire i crimini di un Figlio, e la vendetta per il “no”, che, naturalmente, era ed è davvero un “no”.
La vera presunzione è nel voler cambiare la natura delle cose, credendo di conoscerla.
Tutti i malefici del mondo non bastano a trasformare il disegno di Dio da oscenità e male, a bene e virtù. Salvare i propri servi dalle loro azioni vili non ha senso, come non ne ha avuto commissionare lo stesso assassinio come avvenne per Ida Dalser, perché il fascio del Cristo, discendende di Re Davide, non abbia più ostacoli, per prendere il destino di quello che si uccide, mangiandone il bene per la conquista e la rovina di tutto, rovina perché solo l’apparenza può cambiare, ma non la natura. Nella tristezza di quello che passa e più non torna, si possono solo vedere macerie e morte, tra le mura splendenti e poderose, un regno esteriormente saldo, ma c’è una diafana sostanza appena sotto l’apparenza vigorosa, e vani canti verso il cielo si odono nella culla della morte, “conquista”, “conversione” dicono gli angeli alle stelle, che tremanti o divertite si nascondono, forse nel luogo oltre la notte conosciuto solo a loro. Sotto, un mondo ormai sconfitto, moltiplicato con la macellazione, piegato all’insania, ingordigia e invidia di Dio e gli apostoli del figlio: la nuova terra dei guardiani celesti.
Ne sono certa: le parole non sono un’arma. Esistono per loro stesse, per amore di quello che spiegano e raccontano, e per la realtà che si respira tra le righe.Sono sempre le azioni, invece, che, nel bene o nel male, costruiscono o distruggono.
Ma non dovevano diventare immortali?