Angela Cicolari – Progresso
Non è il passato, è il futuro.
Non è il passato, è il futuro.
Dio deve andarci piano a sterminare le piccole creature di qualcun altro solo perché non gli appartengono. Ha visto già cosa significa un’indigestione di spirito. Dovrebbe placarsi se vuole godersi i frutti delle sue razzìe il più a lungo possibile. Non è una minaccia, è una osservazione matematica e scientifica. Poi la saggezza appartiene a chi è saggio.
La fedeltà assoluta che Dio ci ha affidato è il motivo perché Lui ci ha donato la vita.
Non lasciare che le miserie di questo mondo facciano di te un miserabile.
Non avranno speranze neanche con tutte le scaltrezze per mascherare la realtà: non potranno cambiare l’essere con lo spirito, cioè l’avere, né invertirlo. Provandoci, danneggeranno sempre la struttura di base su cui si regge la creazione, con effetti anche devastanti. Dio e gli angeli non ne usciranno mai finché non capiranno l’unica verità: il Male, quello con la m maiuscola, sono sempre stati loro e solo loro, da prima dell’inizio dei tempi. Ogni azione per cambiare, per possedere più spirito possibile estratto dalle loro vittime, allungandosi la vita, raddoppiando l’energia del Sistema, anche se cercheranno di farlo apparire cosa buona, resterà immutata la vera natura delle intenzioni e degli effetti. Rispettando la matematica, che non si sottomette e non si inverte alla volontà né alle magie, rispetteranno e salveranno la vita, inclusa la loro, dall’inferno, dove calerà t utto se le leggi fisiche che danno alla materia e allo spirito il giusto equilibrio subiranno per troppo tempo il tentativo di mutarle, e la luce che da energia all’intero cosmo continuerà a splendere raddoppiata fino a consumarsi ed estinguersi per sempre.
La perversione del futuro è l’annullamento del corpo. Il sesso sarà virtuale: senza più corpi, ma con la testa.
Un sole cocente, strade deserte coperte di crepe. Tutto è immobile come se il tempo non ricordasse più dove si trovi. Le mura hanno un che di remoto e le piante ne fanno il loro appoggio. Sembra non esserci nessuno, la maggior parte di quelli che erano qui sono partiti verso altre patrie, attraversando questo nuovo cielo. La distruzione non è arrivata quando e come ci si aspettava, è sembrata anzi avere compassione verso il suolo che ha ospitato l’uomo così a lungo, mentre il sole si consumava. Dio e gli angeli, gli dèi, creature potenti giunte dalle remote profondità dello spazio, pensavano che aggiungere energia al cosmo significava allungare e migliorare la vita dei loro protetti e di loro stessi, trasformandola in eternità, alimentando una mensa controproducente e salvandosi come creature superiori cercando di fare apparire altri come loro sembianze e natura. Ma la materia si sgretola e il respiro si fa pesante sotto il suo peso raddoppiato, eccedenza di energia dispersa da un corpo diventato maschere e note, energia grande più dell’universo a cui è stato sommato, e le dimensioni che da essi si diramano. Per questo nuove conquiste dovranno recuperare con inganni altra vita da nuove terre e civiltà al di là del mondo, prima del collasso verso il silenzio senza fine. Sopra questa terra dal tempo segnata, dal destino cambiato e dal principio duplicato, mi domando se l’amore di un padre celeste può portare alla morte e se è giustificato di fronte alla vita che su di esso si appoggia e poi si disperde. L’amore non ha bisogno di inganni, quindi l’autorità abusata porta al suo contrario, se persino un Dio per salvare il messia e una manciata di angeli facendo ricadere le loro colpe su un altro e poterli costruire con nuove abilità, ha condannato loro e se stesso insieme al suo regno solo per splendere di chiarore accecante e fatale il breve attimo di ere perdute.