Angelica Horus – Silenzio
Quando il silenzio fa da padrone, il linguaggio degli occhi è assordante.
Quando il silenzio fa da padrone, il linguaggio degli occhi è assordante.
Meglio restare in silenzio se la cosa non ti riguarda. Meglio tacere se vuoi dire che sai ignorare. Meglio essere superiori, ma esserlo non solo a parole ma con i fatti!
Il problema non è tanto il problema, ma come lo si affronta.
Il silenzio viene apprezzato solo dai sognatori, ci aiuta a guardare il mondo che è intorno a noi per non farci dimenticare di soffermarci, almeno per un po’, sul mondo dentro di noi che e sa dare ancora tanto amore. Kant ha voluto che sulla sua tomba fosse indicata questa frase: “il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” è evidente che per vedere la bellezza di un cielo pieno di stelle occorre il silenzio aprire gli occhi, ma se non si chiudono mai non si possiamo scoprire la legge morale dentro di noi, che nella concezione del filosofo è parte del mondo che ci appartiene, che è dentro in ciascuno di noi. E dico: silenzio!
Il silenzio può essere leggero come una piuma che cade oppure assordante più di un tamburo: dipende se sei tu ad ascoltare il silenzio oppure è il silenzio ad ascoltare te.
Spesso stando in silenzio con i miei pensieri ho imparato che niente e nessuno mi toglierà il sorriso e tantomeno la voglia di vivere.
C’è silenzio dentro il mio essere. Un silenzio acuto che urla e che echeggia in ogni particella del cuore. Urla al vento tempestoso dell’anima che si cheta. Urla nella testa: basta, basta, basta! Urla alla disperazione di un altro giorno perduto in quest’angoscia, senza di te, che non ci sei più!